Pray. Il grido d’aiuto, via social, di una ragazza: «Ho l’ansia di uscire da sola. Perseguitata da un signore molto più vecchio di me»

Nei paesi di montagna si vive bene. Aria pulita, grandi spazi verdi, cieli stellati ben visibili anche di notte. La cartolina del turismo “sostenibile”. Ma c’è, o ci sarebbe, anche di più: nei paesi ci si conosce tutti, ci si aiuta nel bisogno, e manco c’è l’ansia di chiudere a chiave la porta quando si fa un salto dal panettiere. E allora come può essere che da mercoledì sul sito pubblico di “Sei di Pray se...” campeggia il grido d’aiuto di una ragazza poco più che ventenne spaventata da «persecuzioni e cattiverie continue» di un signore che si presenta davanti alla casa che divide con il compagno? Decine e decine i commenti sotto il lungo post, che offrono consigli e chiamano in causa persino il sindaco «prima che capiti una disgrazia», come scrive una signora. E allora eccolo il sindaco Gian Matteo Passuello. Dice: «Certo, sono al corrente della situazione, che sto tenendo sotto stretto controllo con la polizia municipale, le forze dell’ordine e l’assistente sociale». E allora, che succede? «La vicenda risale a qualche mese fa, e penso che si potrebbe derubricare a liti fra vicini di casa. Sinceramente pensavo fosse un problema superato, ma mi rendo conto che non è così». E poi aggiunge, un po’ sconsolato: «Ma dopo il covid non avremmo dovuto essere tutti migliori? E invece mi sa tanto che la clausura di due anni ci ha resi più fragili, spaventati e litigiosi». E aggiunge: «Il caso della signora non è l’unico. In paese ci sono almeno altri due o tre focolai di liti tra vicini, e ne sono rammaricatissimo. Oggi vorrei parlare di Pray in Vetrina, e non di queste tristezze che non fanno bene a nessuno».
Le preoccupazioni della giovane donna raccontano una storia che sembra andare al di là di una lite tra vicini, o che, anche se partita come la solita bega di “condominio”, sta degenerando. Raggiunta al tele- fono la ragazza, pur tanto esplicita nella richiesta di aiuto su Fb, prima acconsente a raccontare la sua storia, poi rinvia. Come non capirla?
Si può leggere come un segnale ancora più preoccupante? La paura le consiglia prudenza?
Il sindaco Passuello interpreta la situazione in modo tranquillizzante: «Davvero penso che non ci siano problemi così gravi, anche se mi rendo conto dello stress psicologico che le tensioni possono causare dopo mesi di litigi e dispetti».
“Litigi” che, salvo smentite che nemmeno il sindaco solleva, fanno scrivere alla giovane: «Ho trovato anche le gomme della mia macchina e quelle del mio compagno perforate. Mi accende e spegne il contatore dell'energia elettrica, manomette il cancello dell'ingresso. Una sera mi sono accorta che con la mia chiave di casa non potevo più uscire dal cortile. È doloroso e atroce. Io non mi sento sicura nemmeno in casa mia. Non so davvero più a chi rivolgermi, perché a vent'anni dovrei vivere una vita bella e fatta di bei momenti e invece vivo con l'ansia costante di uscire di casa da sola».
Ognuno di noi reagisce come può, per carattere e forza d’animo, di fronte alle tensioni. Se ben la gio- vane ragazza, residente a Pray solo da poco tempo, potesse essere considerata «eccessiva» nelle sue reazioni, avrebbe comunque bisogno di aiuto e solidarietà. È lei stessa a chiederlo: «Se conoscete qualche associazione, qualcuno che mi può dare una mano per favore scrivetemi».
Decine i consigli e le indicazioni di siti specializzati cui rivolgersi. C’è chi le suggerisce di rivolgersi a un avvocato, ma anche chi le consiglia di andarsene via per riprendersi la sua vita, e infine un messaggio che vorrebbe essere rassicurante: «Questo tipo ne ha già una serie di denunce. Purtroppo la giustizia in Italia non è che si muova molto bene, ci si arriva piano piano ma si arriva. Tranquilla che presto tutto si sistemerà, questo signore avrà la sua sorpresina». Saranno anche dispetti da cortile, ma come si dice “la prudenza non fu mai vigliaccheria”. «Non aspettiamo sempre il peggio prima di fare qualcosa». Bene, ecco la “morale“ della storia triste di oggi, in attesa di eventuali commenti da girare al Biellese: tutto finirà a tarallucci e vino (ed è il nostro augurio più sincero), ma da ora almeno nessuno potrà dire “non lo sapevo”, “non lo immaginavo” davanti al microfono di una tivù.
DONATA BELOSSI

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