Tasselli di storia, suggestioni narrate dagli imprenditori del tessile, panorami e immagini che raccontano un Biellese visto con gli occhi di chi, il territorio lo ha scoperto e lo ha trovato inaspettato. Un territorio che ha tutte le potenzialità per incantare il mondo con la sua eccellenza. Ieri sera al Cinema Verdi di Candelo, la Fondazione Radici (con il supporto della Consulta delle Fondazioni bancarie del Piemonte) ha presentato il docufilm “Un filo vecchio come l'uomo” realizzato a Biella con la collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio, dell’Unione Industriale e delle realtà che sono motore propulsivo del capoluogo. Sotto il segno dell’Unesco, che celebra la città creativa, il presidente Franco Ferraris ha presentato il lavoro del regista Marcello Pasquero e del del suo team – coordinato dal fotografo Bruno Murialdo, che vuole essere oltre che preziosa testimonianza anche un biglietto da visita pronto a essere diffuso non solo in ambito nazionale ma in ogni luogo in cui abbia senso spiegare l’anima di un distretto operoso, verde e figlio dell’esperienza di generazioni che si sono tramandate il saper fare nel segno dell’innovazione, della sostenibilità e della qualità.
«Dobbiamo far diventare questa terra la Culla del tessile» ha spiegato Ferraris.
Forte dell’esperienza maturata fra le Langhe, il Roero e il Monferrato, Pasquero ha spiegato il concetto dal quale interviste e riprese sono partite per la realizzazione del film. «Questo è un affresco prezioso che sintetizza più di 25 ore di girato e oltre sei mesi di lavoro. Con questo documento vorremmo dire ai biellesi che vivono in un territorio bellissimo e prendendo a esempio ciò che è stato fatto proprio con la Fondazione Radici per salvaguardare la tradizione delle Terre del vino, anche qui le potenzialità di rilancio turistico, enogastronomico e residenziale non mancano. Basta crederci e avere la volontà di fare di più. Abbiamo incontrato persone straordinarie, luoghi bellissimi, fabbriche in cui si sente la passione. Anche fra le nuove generazioni che hanno raccolto il testimone dai loro padri e dai nonni».
Il filmato seguirà un percorso di diffusione nei prossimi mesi. Verrà riproposto alle istituzioni del territorio, alle scuole e quindi verrà tradotto in inglese e in cinese, pronto per essere pubblicato su piattaforme ad hoc. Tutti d’accordo, anche e sopratutto i protagonisti del video (16 fra imprenditori e operatori culturali) della sua strategicità nell’offrire una fotografia di alto profilo a chi vuole scoprire quel filo antico come il mondo che si è trasformato in un prodotto unico riconosciuto in tutto il globo.
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