Quando intrecciare un cestino significa speranza
Al negozio solidale di via San Filippo il laboratorio del gruppo Ri-Creare dove si torna a vivere dopo problemi neurologici
«Ogni cestino in midollino racconta una storia di speranza»: si presenta così il gruppo Ri-Creare della Bottega dei Mestieri, il laboratorio-negozio di Chiavazza aperto grazie a un progetto di Domus Laetitiae e di cooperativa Tantintenti. Dietro quelle mura s’impara a usare le mani, di nuovo: il gruppo è formato da persone che hanno subito problemi neurologici gravi. Sono traumi, ictus, ischemie e ognuno ha lasciato conseguenze. Nonostante questo chi fosse passato venerdì mattina in via San Filippo avrebbe visto quelle mani muoversi sicure, con i giunchi da bagnare per renderli malleabili e poi da annodare l’uno con l’altro, con le dita che tornano a essere agili ed esperte, per trasformare quei ramoscelli in cestini.
In via San Filippo c’è il negozio che si chiama “Intrecci” ed è quasi naturale che per una mattina proprio lì si sia creato un angolo dove intrecciare. “Intrecci” è uno spazio di vendita temporaneo che a sua volta è frutto di un progetto solidale: insieme ai manufatti della Bottega dei Mestieri ci sono i prodotti di Bi-Good, linea di alimentari e gastronomia fatta in casa a Prato Verde, la comunità protetta di Vigliano, e l’equosolidale e le produzioni di Raggio Verde, la cooperativa capofila del progetto che ha ottenuto il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. Il negozio è al numero 19, aperto dal lunedì al sabato dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19.
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