Il conferimento dei rifiuti di lavorazione del legno sono diventati un problema per un’impresa cossatese. Dal mese di maggio i titolari non possono più portare gli scarti della loro attività negli ecocentri biellesi.
«Ci troviamo di fronte a una situazione complicata» dice Paola Parola, titolare della falegnameria cossatese. «I rifiuti che produciamo sono trucioli e scarti del legno non trattato, gli stessi da sempre. Non vengono considerati rifiuti speciali, anzi: negli anni Novanta erano assimilati ai rifiuti urbani. Più tardi ci è stato assegnato un bidone da 660 litri, ma visto che il cassone è grande e noi siamo ubicati in un luogo difficile da raggiungere con i mezzi di Seab, nel 2002 abbiamo deciso di conferire noi da soli gli scarti. Seab ci ha quindi attribuito un codice che è sempre stato valido per gli ecocentri di Cossato e Biella».
Tutto ha funzionato senza problemi fino al mese di maggio, quando ai referenti della falegnameria è stato detto che il conferimento che stavano facendo sarebbe stato l’ultimo consentito. «Ci è stato spiegato che per conferire in qualità di impresa sarebbe stato necessario iscriverci a un apposito albo. È iniziata così la serie di ostacoli a cui siamo andati incontro».
L’articolo completo è su Il Biellese del 20 settembre.
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