Ronco, l’addio a Luciano Guala

Il vicpresidente dell’Anpi salutato da una numerosa folla davanti al cimitero del suo paese

Si sono celebrati ieri mattina, nel piazzale del cimitero di Ronco, i funerali di Luciano Guala, 75 anni, vicepresidente dell’Anpi provinciale, morto alle quattro di mattina di martedì 8 ottobre, mentre era ricoverato, da pochi giorni, all’ospedale, a seguito di un’infezione che ha raggiunto il cervello e non gli ha lasciato scampo. Dopo i saluti, la salma è proseguita per il tempio crematorio di Biella.

Il Comune di Ronco ha proclamato il lutto cittadino. Vicepresidente dell’Anpi provinciale Biella, Guala univa, nella sua personalità, passione ed equilibrio: doti non comuni per chi, come lui, ha dedicato una vita intera a tramandare alle nuove generazioni i valori della Resistenza, ad approfondirli, in una ricerca della verità che prescindeva da ogni faziosità e che tendeva invece a far luce su una pagina della nostra storia i cui testimoni, con il passare degli anni, sono andati sempre più affievolendosi.

Chi era Luciano Guala

Ex dipendente Inps e Olivetti e poi di Infostrada Wind, aveva frequentato la FIOM (Federazione Impiegati Operai Metallurgici) di Ivrea ed era stato consigliere comunale a Ronco negli anni ‘90. Signorile e garbato nei modi, anche nelle manifestazioni che organizzava o a cui era chiamato a presenziare, si teneva sempre un passo indietro, teso più a verificare minuziosamente che tutto andasse per il meglio, piuttosto che apparire e quando interveniva erano poche parole misurate che lasciavano il segno più di qualsiasi ridondante discorso.

Con quella sua aria da“nonno d’altri tempi”, con la sua semplicità e il suo rispettoso umorismo sapeva essere vicino alle nuove generazioni, perché esprimeva autorevolezza senza imposizione e nei suoi incontri nelle scuole, per tramandare ai giovani l’esperienza di coloro che avevano dato la vita per la libertà, sapeva farsi ascoltare.

Una delle ultime iniziative che, in tal senso, aveva organizzato per loro, in collaborazione con il Comune e gli insegnanti, era stata la visita, nel maggio scorso, al Memoriale della deportazione (Memo 4345) a Borgo San Dalmazzo in provincia di Cuneo; il percorso multimediale storico didattico. «Un’ intensa giornata a fare i conti con il nostro passato. A parlare con tredicenni di indifferenza, di paura, di solitudini. Ma anche di solidarietà e di altruismo» aveva scritto Guala commentando l’evento.

Infaticabile lavoratore, non si tirava mai indietro quando c’era da rimboccarsi le maniche. Una delle sue ultime iniziative in tal senso era stata, a fine maggio scorso, quella in cui aveva invitato i soci Anpi o chiunque avesse a cuore i valori della Resistenza a darsi appuntamento il 1° giugno, a Villa Schneider a Biella, indossando stivali e portando con sé secchi e pale per liberare il sotterraneo della villa dal fango che lo aveva allagato, a causa del filtrare dell’acqua delle piogge di maggio dai finestrini all’altezza del suolo.

Lo preoccupava il fatto che le numerose richieste di visite degli studenti non potessero più svolgersi per la mancanza delle condizioni di sicurezza, ricordando soprattutto che quel sito costituiva «il vero monumento alla Resistenza del Biellese». Con il garbato umorismo, che lo caratterizzava, aveva chiamato il gruppo di volontari “Brigata Anpi Biella-Distaccamento pauta”. Di tutto il suo puntiglioso e severo lavoro di ricerca, condotto nel corso degli anni, il suo testamento spirituale lo si può senz’altro considerare la ponderosa opera che è stata presentata, in occasione dell’80° anniversario delle Case bruciate a Ronco, che si è celebrato il 25 agosto.

Si tratta dei suoi foto-frammenti ronchesi; un lavoro che contiene documenti storici e testimonianze del paese di Ronco nella seconda guerra mondiale, nella lotta di Liberazione e fino ai nostri giorni, raccolti, fotografati e raccontati dall’autore. L’opera è dedicata a suo padre Alfio “partigiano senz’armi” e a sua madre Olimpia che rischiò la vita per aiutare i “ribelli” partigiani.

Così scrive Luciano Guala, nel saluto di congedo alla fine del libro: «Ora la ricomposizione dei frammenti è conclusa. Nei nostri cieli compariranno altre nubi, ma la comprensione del passato è un ombrello robusto da tenere con noi per non farci ferire dalla stessa vecchia grandine...la Resistenza continua nella piena realizzazione della Costituzione».

Quella stessa Costituzione che ha fra le mani nella grande rivisitazione fotografica, realizzata a Ronco, del quadro “Il Quarto Stato” di Pelizza da Volpedo, a memoria e monito per le generazioni future.

Luciano Guala: il ricordo di un uomo che amava la libertà

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