Ronco, in ricordo di “Nenne” e degli amici svedesi

È morta a 92 anni Kerstin Bergholm: ideò il gemellaggio tra il paese ed Enkoping

“Viva la Svezia! Racconti degli scambi culturali fra Ronco Biellese e Enköping” è il titolo del libro, la memoria storica con cui ha voluto essere ricordata Nenne Rey, svedese di nascita, ronchese di adozione. La donna è morta nei giorni scorsi all’età di 92 anni. Ha scritto il libro per ricordare la sua terra natale e il paese di Ronco con cui ha intrecciato l’amicizia di una vita.

Kerstin Bergholm, per tutti Nenne, sposata con il ronchese Giorgio Rey, è stata l’ideatrice dei momenti di scambio culturale tra Ronco e Enköping, la sua cittadina in Svezia dove vive ancora la sorella gemella Stina. «Per i ronchesi» scrive Nenne nella prefazione del libro. «Vi invito a sfogliare queste pagine; magari qualcuno si ricorderà con un sorriso i tempi passati a Enköping o altri ronchesi incuriositi saranno stuzzicati dalla voglia di scoprire i posti di persona».

Dice la sindaca Carla Moglia: «Con Giorgio Nenne ha condiviso tanti momenti. È stata l’ideatrice dello scambio culturale tra Ronco e Enköping. Tutti le siamo grati per averci dato l’occasione di conoscere un’altra realtà, arricchendo la nostra, nell’accogliere le ragazze del coro di Santa Lucia accolte dalle loro famiglie con gentilezza e generosità. La sua capacità innata di arrivare al cuore della gente, con semplicità e calore, ci ha fatto capire come possa essere bello stare insieme e superare le barriere di lingua e di abitudini diverse, arricchendoci entrambi. Il libro è la raccolta dei momenti vissuti insieme a Ronco e a Enköping con note di storia svedese, da quella antica dei Vasa a quella recente sull’esperienza della guerra mondiale, vissuta da lei e dalla sua numerosa famiglia in campagna con difficoltà».

Si parte dalla descrizione della cittadina, con note di attenzione all’ambiente e al rispetto che gli svedesi hanno, alla descrizione delle tipiche abitazioni. E si arriva a raccontare Stoccolma, il lago Malaren, l’istituzione del premio Nobel. Particolare riguardo alla figura di Ernst Westerlund, medico di non comuni capacità in grado di capire il legame tra il corpo e la mente, guarendo pazienti affetti da malattie psichiche. Oggi esiste una fondazione a suo nome a Enköping.

«I racconti però più cari a Nenne» prosegue Moglia «sono quelli delle prime esperienze, costruite grazie a Kerstin Maud e a Britt Lund, la direttrice del coro delle ragazze. Il nostro primo viaggio in Svezia avvenne nel 2005, lo scambio con il coro iniziò nel 2009, e seguirono dieci anni in cui l’appuntamento tradizionale di dicembre ci coinvolgeva accompagnando il coro con i canti tradizionali a Oropa, al Santuario di San Giovanni d’Andorno, al Santuario della Brughiera, al momento dell’incontro con i volvolisti, con le scuole, con la casa di riposo il Giardino di Ronco. Quest’ultimo era il momento più importante per Nenne. Dovunque eravamo benvolute. E Nenne ripeteva sempre che erano stati giorni piacevolissimi. Mi rendo conto che le parole non bastano per descrivere i momenti trascorsi insieme anche in Svezia, dove le famiglie ci trattarono come ospiti d’eccezione. Tanti sono gli aneddoti che varrebbe la pena raccontare».

Conclude Moglia: «Negli ultimi giorni della sua vita Nenne, tramite il marito Giorgio che ringrazio, mi volle onorare di un incontro in ospedale. Mi accolse con affetto e dolcezza, pur nella sofferenza, per raccomandarmi di completare il progetto iniziato con Michela Botta, presidente della Pro loco per ospitare di nuovo le ragazze svedesi dopo l’interruzione del Covid. Inutile dire che faremo del nostro meglio per rispettare la sua volontà di non disperdere il legame prezioso costruito in questi anni. Le sono personalmente grata per il vincolo di affetto, per il dono senza limiti che ha fatto alla comunità di Ronco, un paese che ha amato profondamente: Nenne sarà sempre un esempio di altri tempi da custodire gelosamente».

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