Royal nebbiolo grape: i Lessona «sorprendono» per aromi i guru del vino

Le note aromatiche che le uve nebbiolo riescono ad esprimere nei cru di Lessona sono sorprendenti. Parola di Donato Lanati, una delle maggiori autorità nel mondo del vino, che, insieme alla giornalista statunitense Kerin O’Keefe ha guidato lunedì, a Torino, la degustazione di 16 etichette (8 Barolo, 4 Barbaresco e 4 Lessona) del Royal Nebbiolo Grape. Alla degustazione hanno partecipato grandi nomi della stampa specializzata, importatori e masterwine, provenienti da Stati Uniti, Russia, Svezia, Olanda, Canada, Norvegia e Israele. Ma Royal Nebbiolo Grape non è stato una semplice masterclass in cui sviscerare nei dettagli le caratteristiche al naso e alla bocca dei grandi vini. L’intuito di Daniele Dinoia  (Villa Guelpa) dell’Associazione vignaioli colline biellesi è stato quello di portare gli ospiti, in compagnia dei produttori, a conoscere i territori, le vigne e chi le cura, le cantine e chi ci lavora dentro. E per offrire un’esperienza unica a chi, nel mondo, dovrà farsi ambasciatore del vino piemontese e del nebbiolo in particolare — «un vino che è come uno specchio e sa plasmarsi su ogni singolo cru e sulla sensibilità di ogni viticoltore» lo ha detto Giovanni Angeli di Massolino (celebre cantina del Barolo) — si è voluto dare una storia, un racconto. Questa storia l’ha firmata con le sue immagini oniriche, dadaiste e pop, il fotografo Maurizio Galimberti (box a lato).

Per tre giorni vigneron, giornalisti ed esperti, hanno visitato Langhe e Biellese. Per alcuni di loro le colline di Lessona sono state una vera sorpresa, per altri una riconferma della bontà del lavoro portato avanti nell’ultimo decennio. «Dovete crederci. Questo è un momento d’oro per il nebbiolo. I consumatori internazionali lo stanno conoscendo e se ne stanno innamorando» dice Susan Hulme giornalista di Decanter, una delle riviste di riferimento d’Oltremanica. Susan aggiunge: «Con il cambiamento climatico voi siete privilegiati perché il Monte Rosa vi protegge sia dai rigori dell’inverno che dall’eccessivo caldo regalandovi la giusta gradazione alcolica».  Per Susan Hulme come per i produttori di Langa, che negli ultimi cinquant’anni hanno vissuto una crescita   vorticosa, quello di cui ha bisogno il Biellese e l’Alto Piemonte è il lavoro di squadra e di un player forte che trascini il territorio.  Questo concetto, in Langa, da più tempo, è stato introiettato dai produttori. «Con la nuova generazione è diventato molto più facile condividere iniziative e progetti. Lo sarà anche da voi» dice Angeli (Massolino).

«Cosa mi resta di questa esperienza? La perfetta intesa tra i quattro vignaioli biellesi che ho conosciuto Daniele (Villa guelpa), Marco (Tenute Sella), Massimo (Clerico Massimo) ed Ermido (La Badina)» chiude Hulme.


La masterclass


I Lessona: Villa Guelpa 2015, La Badina 2015, Lessona (Tenute Sella) 2012, Massimo Clerico 2013.

I Barbaresco: Demarie, Basarin (Sottimano), Ronchi (Albino Rocca), Rabaja (Giuseppe Cortese). Tutti 2015.

I Barolo: Lazzarito (Alessandro Rivetto), Elio Grasso, Parafada (Massolino), Prapò (Ettore Germano), Réva, Brunate (Marcarini), Villero (Giacomo Fenocchio), Monvigliero (Comm. G. B. Burlotto). Tutti 2014.


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