Un lungo post, con una foto, che parte della biblioteca di Biella per parlare di lettura, di parola e di libri. Così Silvia Avallone, la scrittrice biellese ieri sulla sua pagina Facebook: «Questa è la prima biblioteca che ho frequentato nella mia vita. È la stessa in cui Annabella abbandona Elisa a leggere quando la figlia si ammala e lei deve andare al lavoro, in “Un’amicizia”. Mia madre non mi ci ha mai abbandonata, ma mi ci ha accompagnata spesso, dischiudendomi non solo un mondo, ma il mio destino. L’unico che volevo: la libertà di leggere, scrivere e sognare con la mia testa.
Ancora oggi, tanti libri tutti insieme a disposizione di chiunque mi accendono. Sbirciare i ragazzini che leggono anziché fare tutte le altre cose ultra pubblicizzate dalla nostra epoca, mi mette addosso gioia e speranza nella disobbedienza. Leggere serve a questo, infatti: a disobbedire ai desideri degli altri per seguire i propri. E le biblioteche sono, come la scuola, i luoghi più potenzialmente rivoluzionari e costruttivi al mondo. Ci entrate, e subito incontrate, imparate, cambiate, vi trovate in mano gli strumenti - le parole - per scegliere e reagire. Altro che polvere: vita».
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