Su Nuraghe ha ricordato i defunti
La preghiera per chi è deceduto lontano dalla terra natia
Sabato le “Voci di Su Nuraghe” del Circolo Culturale Sardo di Biella hanno accompagnato con canti in “Limba sarda” la celebrazione eucaristica officiata dal padre guardiano, frate Oscar Malykh di San Sebastiano, chiesa di riferimento della comunità sardo-biellese.
La Messa ha voluto ricordare tutte le persone defunte lontano dalla propria terra d’origine, pensando agli emigrati di ieri e di oggi che sono deceduti lontano dalla loro piccola patria.
Forse non casualmente la lettura della pagina del Vangelo di Matteo (25, 35-40) ci ha ricordato le parole di nostro Signore Gesù Cristo: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi … ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. L’indicazione divina – richiamata da Papa Francesco in relazione all’attenzione da rivolgere cristianamente anche a chi oggi emigra da lontano in cerca di un luogo più sicuro ed una prospettiva di vita migliore – è stato spunto per il ringraziamento finale rivolto a tutti i fedeli presenti da parte del presidente di “Su Nuraghe”, Battista Saiu, che ha sottolineato l’importanza della ricchezza nella diversità e la bellezza del fatto che nel mondo naturale tutto si trova in condizione di movimento.
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