Tempio crematorio, respinto l’ultimo ricorso delle famiglie

Con il respingimento da parte del Gip delle opposizioni di una settantina di famiglie alla richiesta di archiviazione presentata dal procuratore Teresa Angela Camelio si chiude l’iter giudiziario relativo agli abusi al tempio crematorio di Biella. È andata come era già successo per gli oltre quattrocento casi per cui il ricorso è stato rigettato a maggio dell'anno scorso. Questi ultimi ricorsi erano stati presentati dalle famiglie che per vari motivi, in molti casi perché residenti fuori provincia, avevano saputo in ritardo delle indagini. Le argomentazioni usate dagli avvocati dei parenti di defunti cremati a Biella nel periodo in cui si consumavano gli abusi che hanno portato a undici condanne, tra cui quelle dei due fratelli Marco e Alessandro Ravetti erano all'incirca le stesse della volta precedente. Per la Procura a risultare definitiva per l'archiviazione sarebbe stata la mancanza di prove che effettivamente anche nei confronti degli altri soggetti siano stati compiuti gli stessi reati. Gli avvocati delle famiglie avevano invece chiesto fosse avviato un nuovo processo sulla base degli oltre 300 chili di ceneri umane recuperate dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria nei cassonetti, prima che venissero smaltiti e la perizia affidata da Codacons all'ex comandante del Ris di Parma Luciano Garofano.

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