Teresa e Bruno accolti dalla casa per anziani “Simonetti” di Netro

La vicenda seguita in queste settimane da Le Iene

Storia vicina al lieto fine per Teresa e Bruno: la coppia torinese, mamma di 91 anni e figlio malato di Alzheimer, ha trovato finalmente una struttura adeguata che possa accoglierli e curarli. È la casa per anziani “Simonetti” di Netro. Il traguardo è ormai a un passo. Merito da un lato dell’intervento del programma televisivo Le Iene, dall’altro della disponibilità offerta fin da subito dalla struttura biellese. Martedì notte durante la consueta puntata settimanale, Italia 1 ha mandato in onda il seguito della storia che ha commosso tutta Italia. Il viaggio delle “Iene” ha toccato diverse Rsa piemontesi, trattando un problema che coinvolge molti anziani e persone che, affette da patologie, non sono più autosufficienti.

Giulio Golia è riuscito a raccontare, attraverso le testimonianze degli stessi ospiti, quanto queste strutture siano preziose per l’accoglienza di chi non può più vivere da solo.

Sottolineando come, purtroppo, non sia una possibilità alla portata di tutti, dato che le rette delle RSA oscillano tra i 1.500 e i 3.000 euro al mese e solo per il 50% dei 40mila posti letto a disposizione in Piemonte sono in convenzione, garantendo quindi la copertura della quota sanitaria, pari al 50% del totale. Netro, alla fine, è stata la struttura che più di altre ha soddisfatto a 360 gradi le necessità di Teresa e Bruno e, anche, quella che ha favorevolmente impressionato Le Iene.

Abbiamo chiesto a Giulio Golia ed Eleonora Numico, autori del servizio “I nostri vecchietti tornano giovani in RSA”, un parere sulla vicenda. In primis su quali siano state le difficoltà incontrate nel percorso che ha portato a trovare una soluzione per Teresa e Bruno. «Il primo ostacolo era rappresentato dal fatto che si tratta di una mamma e un figlio affetto da alzheimer. Non è scontato che esistano strutture in grado di accoglierli entrambi. Poi c’è da far fronte alle spese e affrontare l’iter burocratico. Dal punto di vista economico Teresa e Bruno hanno due pensioni dignitose, ma non sufficienti per coprire il costo di due rette. Anzi non arrivano nemmeno a coprirne una. Il gap economico si può colmare mettendo insieme bonus, contributi e convenzioni. Tutto è reso più complicato dall’elemento emergenza e urgenza, che mal si sposano con le pratiche burocratiche. Pratiche che lo Stato può sbrigare in tempi medio lunghi, 90-120 giorni, non riuscendo quindi a far fronte nell’immediato all’urgenza di una famiglia. L’esempio di Bruno e Teresa calza a pennello: li abbiamo conosciuti a novembre, quando erano già in situazione di emergenza ed estremo bisogno di aiuto. Tra una pratica e l’altra, solo dopo due mesi abbondanti siamo vicini alla soluzione del problema. Per due anziani è impossibile affrontare da soli tutto l’iter burocratico, percosso che neanche per noi è stato semplice affrontare».

La storia raccontata dalle Iene è purtroppo solo una delle tante nel nostro Paese. È possibile che servano una telecamera e la visibilità di un programma televisivo per risolvere problemi dei quali dovrebbero occuparsi le istituzioni ? A prescindere dal fatto che diventino mediatici.Le Iene rispondono così: «Le situazioni di questo tipo in Italia sono purtroppo molte. Bruno e Teresa sono lo specchio di tante altre persone in difficoltà, che non sempre hanno la fortuna di arrivare a una soluzione positiva. Il nostro intervento ha certamente contribuito ad accelerare l’iter, specie sotto il profilo burocratico. A volte sì, serve una telecamera affinché balzi all’attenzione in modo più chiaro quali sono le difficoltà quotidiane che le famiglie si trovano ad affrontare in situazioni simili. Una parte del nostro lavoro è proprio mettere in evidenza questioni che già si conoscono, ma che semplicemente hanno bisogno di una maggior rilevanza per arrivare a una soluzione. A volte tutto si risolve per il meglio anche senza l’intervento di una telecamera, laddove a esempio istituzioni e assistenti sociali riescono a lavorare in sinergia nel migliore dei modi».

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