Tratta, il Tavolo sogna una struttura protetta

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Oggi a Biella non c’è una struttura protetta in cui accogliere le donne strappate all’inferno della prostituzione coatta. Ma c’è chi ha in animo di realizzarla: è il sogno con cui il Tavolo della tratta inaugura la sua nuova stagione istituzionale.Da ieri il gruppo di enti e associazioni attive da due anni per contrastare lo sfruttamento delle donne esiste non solo da un punto di vista operativo, ma anche sotto il profilo ufficiale. Nei locali del Centro Territoriale per il Volontariato è stato firmato il protocollo che segna la nascita formale del Tavolo “A Biella contro la tratta”, che ha l’obiettivo di «attivare reti di solidarietà nei confronti delle persone vittime di tratta o presunte tali, sollecitare politiche sociali a loro favorevoli, rimuovere gli ostacoli culturali e strutturali, potenziare il funzionamento dei servizi a favore della persona vittima di tratta e promuovere attività di formazione, informazione e sensibilizzazione».• GLI ENTI CHE COMPONGONO IL TAVOLO “A Biella contro la tratta” è composto dalle associazioni Cresco, Voci di Donne, Incontromano, Papa Giovanni XXIII, dalla Caritas diocesana e da alcuni gestori di centri di accoglienza: il consorzio Filo da tessere, le cooperative Tantintenti, Maria Cecilia, Animazione Valdocco e Pietra Alta Servizi, Nuova Vita e l’associazione Pacefuturo.

L’articolo completo è su Il Biellese del 22 marzo.

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