Una trentina di docenti delle scuole medie inferiori e superiori biellesi sta partecipando a un corso di bridge, organizzato dal Circolo Biellese Bridge in accordo con la Federazione Italiana Gioco Bridge nell’ambito del Progetto Bridge a Scuola e con il provveditorato agli studi di Biel- la, ufficio scolastico provinciale di educazione fisica. L’obiettivo è formare i docenti su regole e potenzialità didattiche della disciplina.
Le lezioni sono tenute da Stefania Calvino, insegnante iscritta all’albo della Federazione e ospitate dal Circolo di via Nazario Sauro, organizzate da Cristiana Pozzato, docente dell'ITI Quintino Sella e socia del circolo Bridge. Sono gratuite e garantiranno un attestato di partecipazione valido come attività di formazione e aggiornamento. Due i gruppi di lavoro, il martedì sera e il giovedì pomeriggio.
Spiega Massimo Balducci, presidente del Circolo biellese: «Siamo onorati di poter nuovamente tenere corsi per i docenti delle scuole dopo due anni di sosta forzata causati dall’emergenza Covid. Il percorso formativo verte sull’apprendimento delle regole fondamentali del gioco del bridge e ha come obiettivo il potenziamento l’affinamento di abilità sociali, comunicative e linguistiche». Balducci parla dei dettagli del bridge: «Il Bridge non è un gioco di carte, ma è un gioco con le carte. È un vero e proprio sport della mente, che consente di formarla e svilupparla in giovane età, di mantenerla poi attiva ed elastica il più a lungo possibile, in modo divertente e gratificante. A questo gioco, considerato il più bello del mondo, possono partecipare persone di tutte le età e culture. Ciò che occorre è un’adeguata efficienza psico-fisica, perché richiede capacità di concentrazione, combattività, prontezza di riflessi e resistenza.
È affascinante, logico, appassionante: chi lo scopre e comincia a praticarlo si appassiona, perché stimola le capacità di analisi, di sintesi, di deduzione logica, problem solving e razionalità. Inoltre è il gioco di coppia per eccellenza, perché tra i due compagni si crea un vero e proprio ponte ideale e facilita la socializzazione: praticandolo, infatti, si esaltano va- lori come l’amicizia, l’aggregazione, la solidarietà, il fair-play. Il bridge è davvero un ponte: crea una relazione col compagno attraverso dialogo e socializzazione. Ci auguriamo che, attraverso la formazione dei docenti, si riescano nei prossimi anni a organizzare corsi anche nelle scuole biellesi».
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