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I produttori delle terre del Nebbiolo alla conquista del Nord Europa.
Il viaggio eno-gastronomico nelle terre e nei gusti dell’alto Piemonte.
Helle Øder Valebrokk è una giornalista norvegese, molto seguita nel suo Paese per il sito “Helleskitchen” in cui si occupa di temi legati a cibo e vini. Vive a Oslo, ha 46 anni ed è appassionata di enogastronomia. «Mi piace cucinare e sono una vera “gastronauta”, scrivo di cibo, bevande e viaggi». Ha dedicato un suo articolo ai produttori biellesi di Nebbiolo. E così anche nella lontana Norvegia si parla delle qualità dei vini della nostra provincia. L’occasione della visita della giornalista e il conseguente articolo è legato al press tour “Biella vs Rufina”. Rufina è un comune non lontano da Firenze, una delle zone di produzione del Chianti: è stato messo a confronto il Biellese e la sua produzione vinicola. «Quando ho ricevuto un invito a far parte di una masterclass per conoscere le differenze tra Rufina e Biella mi sono detta: di Rufina ho sentito parlare, ma Biella dov’è?» spiega la giornalista. «Il vino è un argomento che mi interessa incredibilmente sono curiosa. E così ho accettato l’invito».
Scrive nel suo articolo: «Quando sentite parlare di Piemonte probabilmente pensate a Barolo, Barbaresco e Langhe. Si tratta di aree vinicole di fama. Ma Biella? Non è così strano non conoscerla: l’area ha acquisito un nuovo splendore dopo decenni di quasi totale assenza di coltivazione delle viti».
La giornalista fa cenno a una grande grandinata nel 1905 che distrusse la quasi totalità delle vigne biellesi e della scelta di molto produttori vinicoli di dedicarsi al tessile, attività più remunerativa. La giornalista norvegese non approfondisce la situazione attuale del tessile, tanto da dire che «questa industria “è morta” a causa della concorrenza con la Cina». Dimostra invece di conoscere meglio il mondo del vino.
«Negli ultimi 10-20 anni il biellese ha lentamente ma inesorabilmente cominciato a rimettersi in piedi e gli agricoltori hanno iniziato a coltivare vigneti dove producono grandi vini Nebbiolo» scrive. Ha visitato Tenute Sella 1671, Villa Guelpa, Villa Era, La Badina, Massimo Clerico, Castello di Montecavallo e per ogni azienda pubblica una breve recensione con l’elenco dei vini migliori con le diverse caratteristiche. E’ stata al ricetto di Candelo e spiega di essere rimasta molto colpita dal ristorante “Il Torchio”. Il tutto corredato da immagini dei produttori (come Daniele Dinoia di Villa Guelpa, Ermido di Betta della La Badina, Massimo Clerico, Chiara Reda del Castello di Montecavallo, Marco Rizzetti di Tenute Sella) e scorci suggestivi di vigne e cantine. Racconta delle differenze tra Rufina e Biella, dal punto di vista paesaggistico e climatico e delle analogie che hanno permesso a queste due terre tanto diverse, di dare vita a grandi vini.
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