Un'interpellanza di Candelo Città Possibile sulla situazione del commercio a seguito del Coronavirus
È il gruppo di minoranza Candelo Città Possibile ad aver presentato un'interpellanza che riguarda la situazione del commercio locale candelese a seguito del Coronavirus. Nel documento Renzo Belossi e Fabrizio Ceria chiedono al sindaco «quali azioni istituzionali intende attivare al fine di dare sostegno al commercio locale, colpito dalla recente emergenza; se non intenda dare un aiuto concreto al commercio locale colpito dalla recente emergenza in oggetto, oltre alla misure che saranno messe in campo dal Governo e dalla Regione, con un contributo compensativo una tantum o con la riduzione di imposte/tasse comunali qualora gli stessi abbiano subito gravi perdi te non dipendenti dal la loro volontà».
Dal gruppo, poi, aggiungono: «Stiamo vivendo, a causa del Coronavirus, un'emergenza sanitaria importante e imponente per cui tutti dobbiamo essere attenti e seguire le istruzioni e precauzioni che ci vengono comunicate dalle autorità sanitarie e istituzionali. Nel contempo questa situazione, purtroppo, sta creando non pochi problemi alle attività produttive e al commercio e potrebbe diventare anche in questo caso una vera e propria emergenza per l'economia locale. Per questo abbiamo voluto presentare questa interpellanza al sindaco di Candelo. Tenere vivo il commercio locale significa tenere viva la città e la nostra comunità. Ci auguriamo vivamente di poter discutere questo nostro documento nel prossimo consiglio comunale, nella speranza di non dover aspettare troppo, visto che l'ultima convocazione risale al 16 dicembre 2019 e al 16 marzo prossimo saranno ben 3 mesi di assenza di una riunione del luogo istituzionale primario per una comunità locale, qual è il consiglio comunale, cosa mai successa prima negli ultimi anni di amministrazioni comunali e sintomatica di un sindaco che nulla ha da dire e nulla riesce a programmare, tanto da non riuscire a convocare i consigli comunali. Che i candelesi ne prendano nota: stiamo vivendo nell'immobilismo più totale».
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