Venerdì sera a Biella sarà presentata la spedizione scientifico-umanitaria dei glaciologi lombardi
Il surriscaldamento globale è ormai un fenomeno ineludibile. I ghiacciai delle Alpi ne sono muti testimoni. Ma i ghiacci arretrano non solo in Europa. Per studiare l’evoluzione di quelli andini della Cordillera Real, montagne alte più di 6 mila metri, verranno formati i giovani del posto. Quelli della comunità Aymara che frequentano l’Universidad Catolica Boliviana presso le missioni di Santiago de Huata e Peñas dove c’è padre Antonio Zavatarelli (per tutti padre Topio). A fornire loro gli insegnamenti saranno i glaciologi italiani della Società glaciologica lombarda (Sgl). Il progetto che ha un durata di 5 anni (2018-2023) è pronto a partire. Tra i sostenitori, insieme al Club alpino italiano, al Politecnico di Milano, c’è l’associazione biellese Montagna Amica che proprio pochi mesi ha festeggiato i suoi primi 25 anni di vita. Dalla nascita questo gruppo ha visto nella montagna e nella pratica dell’alpinismo un’occasione di riscatto anche per chi si rova in difficoltà e suoi soci hanno promosso importanti azioni di sviluppo sociale. La realtà della Missione di Peñas la conosce bene l’alpinista Enrico Rosso che di Montagna Amica è stato l’animatore. Per tre anni ha contribuito a insegnare ai giovani indigeni le basi dell’alpinismo affinché possano crearsi una professione e si possano porre nella regione le basi per uno sviluppo turistico sostenibile. «Quando ho saputo di ,questa nuova iniziativa che vede tra i protagonisti l’amico padre Topio e gli amici lombardi, ho pensato che se ne dovesse parlare anche a Biella». In città del resto padre Topio è molto conosciuto e l’occasione di venerdì sera (alle ore 21 alla Biverbanca di via Carso), oltre a far conoscere l’importanza della cooperazione, permetterà di raccogliere fondi che finanzieranno le ricerche. Anche questo è essere «amici della montagna».
Molti ghiacciai Boliviani, come anche il Chachacomani, non sono mai stati studiati e non hanno un programma di monitoraggio. Rivestono però un ruolo molto significativo per comprendere l’entità dei cambiamenti climatici globali e locali, ma soprattutto rappresentano un’importante riserva idrica. Si stima infatti, che più del 60% dell’acqua che alimenta le riserve della città di La Paz (capitale governativa della Bolivia) ed El Alto (nuova città satellite in espansione sull’Altiplano Boliviano), complessivamente circa 2 milioni di abitanti, derivi proprio dallo scioglimento dei ghiacciai della Cordillera Real. Negli ultimi anni, le due città, sono state colpite da periodi di prolungata siccità durante i quali la distribuzione dell’acqua è venuta spesso a mancare. Da novembre 2016 le riserve idriche di La Paz sono state dichiarate ai minimi livelli e il successivo razionamento ha generato forti tensioni sociali. La richiesta d’acqua è sostenuta anche dalla forte crescita demografica. L’area urbanizzata di La Paz riceve continui flussi migratori di giovani che abbandonano i loro villaggi, situati nell’Altiplano, a 4000 metri, per fuggire da condizioni di vita difficili e con poche opportunità di lavoro. Il progetto del Servizio Glaciologico Lombardo (S.G.L.), si prefigge, mediante indagini glaciologiche, rilievi con GPS, Droni e analisi da Remote Sensing, di stimare e valutare il potenziale delle riserve idriche disponibili sia come volume di ghiaccio presente sul Chachacomani sia come apporti nevosi annuali. Oltre a questo, il progetto prevede, in collaborazione con la missione cattolica di Peñas, paesino sull’Altipiano di La Paz, di dare un contributo alle popolazioni residenti organizzando corsi di medicina di alta quota, glaciologia e topografia rivolti particolarmente ai giovani studenti della facoltà di Geologia ed alla Scuola di Turismo e Sport di Avventura di Peñas. Questi ragazzi, in futuro, coordinati dall’Università di La Paz, si occuperanno dello studio e del monitoraggio dei loro ghiacciai o come guide Andine ed accompagnatori, guideranno i turisti sulle loro montagne. Una soluzione in più per creare nuove opportunità lavorative, promuovere il turismo e ridurre le migrazioni verso le città.
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