Vigliano: Riviera, una vita dietro al bancone. Lo storico negoziante, fondatore dell’omonima ferramenta, lancia un appello ai colleghi
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Dalle dipendenze del Conte Ferdinando Avogadro di Collobiano all’apertura di una storica ferramenta nel cuore di Vigliano. È la storia di Renato Riviera, residente in paese dall’età di 12 anni, e profondo conoscitore del commercio viglianese fin dall’inizio degli anni Ottanta. Ha visto cambiare le abitudini e le richieste dei propri clienti rimanendo fedele alla sua idea: «Il declino del commercio? Il sistema non aiuta» dice «ma vedo anche tanti errori da parte della nostra categoria».
La ferramenta Riviera è nata nel 1980 lungo via Milano dove, nel corso degli ultimi anni, sono state abbassate tante saracinesche per colpa di una crisi che sembra non avere fine. Renato e la moglie Rita, dopo essere andati in pensione, hanno lasciato le redini del negozio ai figli Stefano ed Elena che, insieme ad alcuni giovani collaboratori, portano avanti l’attività con la stessa passione coltivata dai genitori per oltre 30 anni. Così Renato ha il tempo di ricordare una vita fatta di lavoro, sacrifici e conoscenze pratiche che la maggior parte dei giovani d’oggi non conoscono più.
«Ho iniziato come meccanico facendo tanta gavetta» confida. «In questo modo sono riuscito anche a vivere tante esperienze e, soprattutto, a saper fare un po’ di tutto. Fino all’età di 20 anni sono stato alle dipendenze del Conte, che abitava con la moglie e pittrice Clara Reda al castello di Montecavallo. Sistemavo ogni cosa, dai tubi dell’acqua alla carica dell’orologio. In più ero in officina per fare la manutenzione delle sue automobili tra cui Mercedes S300, Fiat e anche due Jeep. In pratica sono cresciuto in quel luogo, lo conosco molto bene, stanza per stanza. Poi ho lavorato in una rimessa a Biella e ho fatto anche il magazziniere. Mi divertivo perché ero sempre a contatto con la gente. Ho persino aperto una salumeria e negozio di alimentari a Vigliano insieme ad un mio amico. Ma dopo un’altra esperienza anche in Lauretana, ho deciso di avviare la ferramenta. Mi dicevano che non sarei durato, che avrei chiuso presto. E invece siamo ancora qui».
Non ci sono particolari segreti per andare avanti a lungo tempo nel commercio: «Io ho puntato subito sulla qualità del lavoro e l’assistenza alla clientela. Senza dimenticare l’assortimento con oltre 35 mila articoli in negozio. Di recente una rivista specializzata, di quelle che si trovano proprio nei negozi come il nostro, ci ha dedicato quattro pagine perché siamo tra i più storici della zona. Un aiuto importante è sicuramente quello della famiglia, da mia moglie che mi ha sopportato per tutti questi anni ai miei figli, per i quali il percorso verso la ferramenta è stato del tutto naturale». Così, dopo aver realizzato migliaia di chiavi, non essersi mai ammalato in 40 anni di lavoro e aver cenato più volte a mezzanotte: «Era giusto finire la giornata e sistemare le cose prima di dedicarsi ad altro», Renato Riviera si gode un po’ di riposo. Senza dimenticare lo stato dell’arte di un commercio che, come in tutti i piccoli comuni, fatica a sopravvivere: «Sembrerà un paradosso, ma per vendere, talvolta, bisogna non vendere. Non basta essere dietro al bancone solo per incassare ma occorre portare il contributo al cliente che viene anche solo a chiedere una informazione. Ad alcuni colleghi commercianti ho detto che se c’è un decadimento la colpa è anche nostra. Cominciamo, ad esempio, a far sì che il negozio si faccia notare. A volte basta una vetrina accesa per dare l’impressione di essere vivi».
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