Violenza e abusi domestici per 15 anni: condannato a due anni e quattro mesi
I fatti si sono svolti tra Novarese e Biellese - Ai danni della moglie e dei figli minorenni: l’uomo dovrà inoltre risarcirli di 34mila euro e dovrà svolgere oltre 1.600 ore di lavori di pubblica utilità
Ancora un caso di violenza tra le mura domestiche, che vede per protagonista un uomo condannato dalla giudice per l’udienza preliminare Francesca Tortora a due anni e quattro mesi per maltrattamenti e abusi ai danni della moglie e dei figli.
Una situazione che è andata avanti per quasi 15 anni, a partire dal 2002, anno in cui è iniziata la convivenza coniugale nei tre distinti Comuni dove la famiglia è vissuta: un paese del novarese e due del Biellese, nel Cossatese e in Valle Cervo. L’uomo, un 54enne difeso dagli avvocati Mario Monteverde e Michele Franzosi del foro di Novara, avrebbe maltrattato per futili motivi, sia da un punto di vista psicologico sia fisico, la moglie, anche alla presenza dei figli minori, tanto da cagionarle pessime e insopportabili condizioni di vita tali da richiedere un supporto psicologico; in altre occasioni l’uomo avrebbe percosso ripetutamente la donna anche durante le gravidanze, sferrandole calci alla schiena, dandole spinte e violenti schiaffi al volto e al corpo. Una violenza continua e che a novembre 2008 avrebbe portato il 54enne addirittura a colpire la moglie con una sedia sul capo, afferrandola quindi per i capelli e sbattendo più volte la sua testa sul pavimento. Nel 2013 la donna, spinta anche dalla suocera intervenuta in sua difesa, aveva denunciato il marito ai carabinieri di Biella, che avevano così fatto partire le indagini. Ma le violenze erano ugualmente proseguite, tanto che fino al 2015 lui l’avrebbe costretta a subire rapporti sessuali, alle quali lei non si sottraeva per evitare che i figli che dormivano nella stanza accanto assistessero a ulteriori litigi. Oltre alle violenze di tipo fisiche c’erano quelle verbali, con mortificazioni, umiliazioni e gravi insulti. E poi quelle di carattere psicologico, con la donna costretta a rimanere in casa per giorni senza potersi recarsi al lavoro. Stesso comportamento nei confronti dei figli, obbligati a restare tra le mura domestiche e impossibilitati dunque ad andare a scuola.
La moglie non era infatti l’unica vittima: l’uomo avrebbe rivolto la sua violenza anche nei confronti dei due ragazzi, percuotendoli con schiaffi, afferrando loro i capelli, facendoli cadere per terra, calpestandoli, sottoponendoli a percosse. In un’occasione, mentre la famiglia si trovava in piscina, l’uomo pare abbia spinto sott’acqua il figlio, attirando anche l’attenzione di un bagnino, che ha dovuto intervenire in soccorso del giovane. Il figlio sarebbe stato inoltre più volte obbligato alla visione di film di natura pornografica. E anche la figlia, che soffriva di una forma di scoliosi, sarebbe stata mortificata per anni per il suo aspetto fisico. In un’altra circostanza ancora l’uomo si sarebbe travestito e si sarebbe poi coricato vicino ai figli, iniziando ad accarezzarli. Sia la moglie sia i figli durante il processo si sono costituiti parte civile difesi dall’avvocata Alessandra Pizzarelli di Biella.
Oltre alla condanna a due anni e quattro mesi, l’uomo dovrà svolgere anche 1.680 ore di lavori di pubblica utilità. Dovrà pagare 10mila euro alla moglie e al figlio e addirittura 14mila alla figlia. Inoltre non potrà uscire dal Piemonte, non potrà detenere armi, munizioni o esplosivi, non potrà frequentare senza giustificato motivo pregiudicati o soggetti sottoposti a misure di sicurezza o di prevenzione; dovrà conservare e portare sempre con sè, e presentare a ogni richiesta degli organi di polizia, copia del dispositivo della sentenza e un documento di identità. Gli verrà inoltre ritirato il passaporto e non potrà espatriare.
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