Viverone, polemica sulle palafitte: «Dov’erano i sindaci?»

Il capogruppo di minoranza Renzo Carrisio chiama in causa i primi cittadini di Viverone, Azeglio e Piverone

Le palafitte preistoriche del lago di Viverone sono state le protagoniste di un importante incontro di sabato pomeriggio. In prima linea il capogruppo di minoranza di Viverone Renzo Carisio, ma mancavano tutti i sindaci dei paesi interessati. L’evento era stato organizzato dal Comune di Viverone e dal Centro Documentazione Lago, in collaborazione con la soprintendenza archeologica delle Arti e Paesaggio per le province di Biella, Novara, Vco e Vercelli.

Dice Carisio: «Sono state presentate le ricerche subacquee sulle palafitte del lago di Viverone effettuate dalla Soprintendenza sotto la direzione da Nadia Botalla Buscaglia della soprintendenza dei beni Archeologici Belle Arti, supportata da un team di esperti operatori subacquei. L’aspetto negativo era l’assenza sia dei sindaci di Viverone Massimo Pastoris, di Azeglio Emiliano Pietro Sirio e di Piverone Alessandro Maria Fasolo. Cioè tutti i maggiori Comuni che hanno interesse allo sviluppo turistico che può derivare da una corretta gestione del patrimonio delle palafitte sommerse...».

Carisio spiega che sono state evidenziate le normative di legge che disciplinano gli accessi a questa tipologia di beni pubblici e le varie responsabilità nell’accesso e nel trattamento di questa tipologia di reperti archeologici. I quali, nel caso di Viverone, sono stati inseriti nel Patrimonio Unesco dell’Umanità per la rilevanza degli stessi «Sono state presentate fotografie e filmati subacquei che hanno evidenziato i lavori effettuati, dalla pulizia dei pali sommersi di sostegno delle palafitte al lavoro di riclassificazione degli stessi. Opere andate perse nel tempo, a causa sia dei pescatori sia dei passaggi dei mezzi a motore, entrambi vietati. Inoltre è stata perimetrata l’intera consistenza del villaggio con boe superficiali che facilitano il riconoscimento dell’area. A detta degli esperti subacquei, che hanno operato su siti simili in tutta Europa, i resti del villaggio palafitticolo di Viverone sono un unicum per l’estensione dello stesso e per i vari reperti recuperati e per quelli ancora da recuperare, ora sommersi da un consistente tratto di limo che, come evidenziato dai filmati, si levava a offuscare il fondo con il movimento delle pinne».

Prosegue Carisio: «A richiesta del pubblico presente sono state evidenziate le varie possibilità di interazione dei resti del villaggio ai fini della promozione turistica del lago di Viverone e anche di riflesso sull’economia del territorio circostante».

Le prime scoperte dei siti palafitticoli si devono al subacqueo dilettante Guido Giolitto abitante di Viverone. Sono poi state confermate e convalidate e il successivo lavoro di ricerca è proseguito con l’apporto e supervisione della Soprintendenza del Piemonte.

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