A Biella denunciato un 30enne per revenge porn

La Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Biella ha concluso una importante attività investigativa di contrasto alla violenza di genere online mediante uso dei social network, rientrante nell’area del c.d. “Codice Rosso”.
L’indagine, diretta dalla Procura della Repubblica di Biella e coordinata dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, è stata svolta dalla Postale biellese in tempi rapidissimi e ha portato all’identificazione di un cittadino di origine marocchina, nell’ipotesi investigativa resosi responsabile di gravissime condotte di revenge porn e molestie commesse in danno di una donna conosciuta online. Dopo una breve frequentazione, avvenuta tempo addietro, la vittima aveva scorto alcuni atteggiamenti ambigui e anomali da parte dell’indagato, motivo per cui aveva deciso di interrompere immediatamente ogni rapporto; ciononostante, nei mesi successivi, aveva constatato la diffusione online delle proprie immagini intime, dei propri contatti personali, oltre alla creazione di alcuni account fake a lei riconducibili, utilizzati finanche per pubblicare recensioni negative sul sito dell’azienda presso la quale lei stessa lavorava.
Lo stato di ansia e di smarrimento, unito al timore che la situazione degenerasse ulteriormente, ha spinto la donna a recarsi presso la sede della Questura di Biella per riferire i fatti alla Polizia Postale, che, acquisita ogni informazione utile a ricostruire la dinamica criminale, ha avviato l’indagine.Gli accertamenti sulle tracce informatiche disponibili hanno consentito in brevissimo tempo di identificare l’indagato, che, nella ricostruzione investigativa, non si era rassegnato alla chiusura sentimentale da parte della donna, ponendo in essere le condotte delittuose gravemente lesive della sua dignità; gli investigatori della Polizia Postale hanno anche scoperto che l’uomo aveva volutamente mentito alla donna circa la propria reale identità, utilizzando un nome fittizio con il quale l’aveva raggirata sin dall’inizio della loro conoscenza.La tempestiva perquisizione locale e informatica disposta dall’Autorità Giudiziaria biellese ha permesso agli agenti della Postale di individuare gli svariati account con i quali l’indagato aveva posto in essere le condotte illecite e le relative immagini utilizzate, nel frattempo cancellate ma recuperate dallo smartphone posto sotto sequestro. L’uomo è stato denunciato. Si rappresenta che il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e che il soggetto indagato deve ritenersi non colpevole sino alla condanna definitiva.
La Polizia Postale consiglia di denunciare sempre e senza ritardo e in caso di necessità consultare il portale www.commissariatodips.it per ogni informazione utile.

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