L’uomo aveva bruciato dei rifiuti sul tavolino di casa gettando in allarme l’intero condominio in cui viveva a Chiavazza. Coi vigili del fuoco si era giustificato: «In Veneto si usa così». Dovrà scontare 2 anni e 6 mesi
Due anni e sei mesi è la pena che il Giudice per l’udienza preliminare Paola Rava ha inflitto a C. B., 44 anni, residente a Chiavazza. Nel febbraio di un anno fa l’uomo aveva appiccato un incendio nel salotto dell’alloggio in cui viveva in una palazzina popolare di strada regione Croce. Il fumo aveva presto invaso le scale e gli altri appartamenti costringendo i vicini a chiamare i soccorsi e a una temporanea evacuazione. Il 44enne barricatosi in casa rifiutava di aprire ai vigili del fuoco che dovettero entrare con la forza. Sul tavolino al centro della stanza, trasformato in un braciere, stavano bruciando rifiuti, astucci vuoti di sigarette, oggetti in plastica e stracci. Intervenne anche la polizia che salvò il soggetto dalla reazione furiosa degli altri condomini. Prima di essere arrestato l’uomo fu portato in ospedale per essere sottoposto ad accertamenti per escludere intossicazioni da fumo. La giustificazione addotta ai vigili per il suo gesto — «In Veneto si usa così» aveva detto — aveva consigliato anche una perizia psichiatrica. Per il perito il 44enne era capace di intendere e volere. I reati per cui è stato chiamato a giudizio, difeso dall’avvocato Nicoletta Solivo, sono stati tentato incendio doloso e resistenza a pubblico ufficiale.
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