Biella, ex Rivetti: prova di coraggio tra 15enni scatena l’ira di un senzatetto accusato ora di rapina e sequestro

Ancora una storia dal degrado urbano di Biella, da quell’asse est della città che da via Carso sale fino all’ex ospedale. Protagonisti sono un gruppo di adolescenti che non sapendo come passare la giornata di sabato decidono di cimentarsi in una prova di coraggio: andare ad esplorare l’ex area industriale del Lanificio Rivetti che sorge all’altezza della strettoia di via Carso. L’area, monumento all’incapacità biellese di rigenerarsi - anche se presto dovrebbero partire i cantieri per la riqualificazione - si sa è un ricovero, specie nella cattiva stagione, per senza fissa dimora. Il gruppetto usufruisce di un passaggio creatosi nel tempo, quello appunto utilizzato dagli abituali fruitori di quegli spazi. Una volta all’interno degli ex stabilimenti i ragazzini si imbattono in una serie di cellette. Sulla porta di una, secondo le prime ricostruzioni, troverebbero un cartello piuttosto inquietante: «Vietato entrare: rischio di morte». Un vero e proprio invito a nozze per adolescenti curiosi e desiderosi di misurare il proprio coraggio. Quello che succede dopo non è del tutto chiaro e dovranno essere gli inquirenti a ricostruirlo. Dentro a quella celletta c’è un uomo che dorme e che improvvisamente si sveglia. È uno straniero che, infastidito, si avventerebbe contro i ragazzini. Alcuni di loro iniziano a scappare, non tutti riuscirebbero. Uno di loro finirebbe infatti per essere afferrato per un polso. Gli altri arrivati in strada fermano delle auto in transito per chiedere aiuto. I ragazzini sono evidentemente angosciati, temono per l’amico che non è riuscito a fuggire con loro. Nell’attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine uno, o forse più di un adulto, cerca di andare in soccorso del ragazzino che però nel frattempo deve essersi divincolato. Il senzatetto gli avrebbe però sottratto un braccialetto. Pochi istanti dopo arrivano le volanti. Gli agenti entrano nel capannone dove troverebbero il soggetto di nuovo nella sua celletta coricato a dormire e il braccialetto abbandonato sul pavimento. Scatta l’arresto. L’uomo, identificato in un nigeriano di 29 anni, viene accusato di rapina e sequestro di persona. Delle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Francesca Ranieri, se ne occupano gli agenti della Squadra Mobile.

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