Condanna per un pusher: forzò il posto di blocco, 5 anni di carcere

Per sfuggire al posto di blocco non esitò a investire l’agente di polizia che gli intimava l’alt. Solo per un miracolo non fu una tragedia ma il poliziotto rimediò comunque ferite poi giudicate guaribili in 30 giorni. Mercoledì Giuseppe Deias, 55 anni, con un lun- go curriculum criminale alle spalle tra spaccio, furti e rapine, a conclusione del processo celebrato con rito abbreviato in cui gli si contestava il reato di tentato omicidio, è stato condannato a cinque anni di reclusione. Una con- danna pesante, in considerazione del- lo sconto di pena di un terzo dovuto alla scelta di rito.
Il fatto avvenne il 24 gennaio di un anno fa.
I movimenti di Deias da tempo erano tenuti sotto osservazione dalla sezione narcotici della Squadra Mobile. Si sospettava infatti che il soggetto, in passato, tra il 2012 e il 2013, tra i protagonisti della banda delle rapine al supermercato Unes di Salussola, fosse implicato in una nuova attività di spaccio.
E proprio quel giorno, anzi quella sera, gli agenti avevano intercettato la sua Fiat Idea. In base a riscontri investigativi gli agenti sapevano che lo avrebbero trovato in possesso di cocaina acquistata poco prima fuori provincia con l’obiettivo di rivenderla sulla piazza lo- cale, al suo giro di clienti. Quando Deias si rende conto che la polizia gli sta alle calcagna ingaggia una corsa per sottrarsi al controllo che sapeva si sarebbe concluso con un arresto in flagranza. Mettendo in pericolo gli agenti e gli automobilisti Deias si renderà protagonista di una folle corsa tra le strade biellesi la cui conta dei danni finirà per ammontare a tre autovetture, in dotazione alla Questura di Biella, seriamente danneggiate, di cui due non più marcianti. Quando la sua corsa sembrava essere arrivata al capolinea con una pattuglia a sbarrargli la strada, in via Rosselli, al confine tra Biel- la e Ponderano, e un operatore era sceso dalla vettura per iniziare il controllo ecco che con una manovra assolutamente  spregiudicata ingranava la retromarcia schiacciando l’agente tra la portiera e l’abitacolo dell’auto di servizio facendolo cadere in terra. Questione di secondi, quelli che separano il destino di un uomo: vita e morte. Il poliziotto riusciva ad alzarsi repentinamente evitando così di essere travolto.
Nella concitazione del momento Deias ce la faceva ancora una volta a scappare ma, consapevole di essere braccato, avrebbe abbandonato l’utilitaria su cui viaggiava poco distante, in via Trivero, al Villaggio La Marmora. Iniziava una vera e propria caccia all’uomo che si sarebbe conclusa quattro giorni dopo. Gli agenti, sapevano chi cercare e dove cercare ricostruendo contatti e relazioni. A insospettire maggiormente gli investigatori una donna di Ponderano, più volte sorpresa a spacciare e per quello già ai domiciliari. Durante la perquisizione la stessa, dopo ripetute e incalzanti domande, ammetteva di aver fornito ospitalità all’uomo, consapevole del fatto che fosse ricercato dalla Polizia.
Ma poi, mentendo, aveva anche raccontato che lo stesso non era più lì. Deias era invece ancora nell’appartamento nascosto sotto un mucchio di biancheria sporca nell’antibagno.
Nei guai era finita anche lei accusata di favoreggiamento.

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