Escursionista tradito dal ghiaccio, è grave a Novara

Fa un volo di 100 metri sulle nevi della Muanda
L’incidente ieri, nel primo pomeriggio. L’uomo stava salendo verso il Poggio Frassati con un amico che ha subito dato l’allarme al 112.

È stato il ghiaccio a tradire un escursionista che ieri, approfittando della bella giornata, si era avventurato con le ciaspole (racchette da neve) sulle pendici della Muanda, in Valle Elvo, sopra al Tracciolino. Le ciaspole non sono riuscite a “mordere” una inaspettata lastra di ghiaccio e l’uomo, un biellese sessantenne, è caduto. Prima di fermarsi contro alcuni alberi ha fatto un volo di circa 100 metri. Il tutto è accaduto, attorno alle 13, alla vista di un amico che resosi conto della gravità della situazione ha dato l’allarme al 118. La richiesta di soccorso è stata gestita dalla centrale operativa di Torino che ha allertato i volontari del Soccorso alpino e l’elicottero Victor Echo di base a Borgosesia. L’elicottero ha raggiunto l’escursionista che aveva riportato una serie di traumi agli arti e un trauma cranico. Stabilizzate le sue condizioni l’uomo è stato caricato sull’elicottero e trasportato all’Ospedale Maggiore di Novara dove è stato affidato alle cure dei sanitari del reparto di terapia intensiva. Al momento non si conosce la gravità della sua situazione. Illeso il compagno di escursione che, sempre in elicottero, è stato portato a Oropa e poi da lì, con il conforto dei volontari del Soccorso, è stato accompagnato all’auto.

 

IL SOCCORSO ALPINO
«ok alle ciaspole, ma fate attenzione»
L’incidente avvenuto ieri sulle pendici della Muanda, sotto al Poggio Frassati, mette in evidenza il fenomeno “ciaspole”. Negli ultimi anni sono sempre di più gli escursionisti che si stanno appassionando alle camminate sulla neve con le racchette. I volontari del Soccorso alpino invitano però alla cautela. Le ciaspole sono strumenti antichi, oggi reinventati per la pratica dell’outdoor. Il loro utilizzo è per escursioni in ambiente innevato e su pendii modesti. Vanno quindi usate in determinati contesti. Chi frequenta la montagna in estate deve tener conto che quello che può apparire un percorso facile, in inverno può trasformarsi in una vera e propria trappola. Le condizioni ambientali in questo scorcio di inverno, con importanti nevicate autunnali su cui è poi piovuto, poi c’è stato vento, non sono certo ottimali e nascondo l’insidia del ghiaccio. Quindi la cautela è d’obbligo. Meglio portarsi, a seconda dei casi, anche dei ramponi. Il Soccorso alpino poi ricorda come sia indispensabile dotarsi di sistemi di sicurezza per l’auto soccorso come il sistema artva (sistema di localizzazione a onde radio), pala e sonda in caso di valanghe. Il kit artva, pala e sonda, piò anche essere noleggiato nei diversi negozi di articoli sportivi del territorio.

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