Cronaca Locale
Sabato 17 Dicembre 2022
L'aggressore di Falcetto e la confessione sulle flebo che lo avrebbero rovinato
Prende sempre più corpo l’ipotesi che la mortale aggressione di cui è stato vittima il medico biellese Giorgio Falcetto, morto giovedì scorso, sia stato l'epilogo brutale di una vicenda che va ben al di là di una lite. L’aggressione, a colpi di accetta, era avvenuta martedì mattina nel parcheggio del pronto soccorso del Policlinico San Donato, nell’omonimo comune dell’hinterland milanese. A compierla Benedetto Bifronte, il 62enne che ora si trova in carcere a San Vittore con l’accusa di omicidio volontario: l'uomo, pregiudicato per truffa e armi, come riportato anche dall'edizione di Milano del Corriere della Sera, avrebbe agito in preda all'ira per vendetta.
Tutto sarebbe scaturito da una visita del 2 febbraio 2021 nel Pronto Soccorso dell'ospedale di San Donato dove Bifronte era stato seguito dal dottor Falcetto. Il 62enne, all'epoca si era rivolto al Pronto per problemi respiratori. La cartella clinica, rintracciata dai carabinieri che seguono le indagini, parlava di «stato di agitazione e riferito dolore toracico con dispnea» con diagnosi di «cervicalgia e influenza, non Covid». Sette i giorni di prognosi con Falcetto che poi avrebbe fatto due flebo al paziente. Le stesse, che stando alla prima confessione dell'omicida, gli avrebbero causato gravi problemi di salute, tanto da rovinargli la vita. Lo stesso, che martedì mattina si era recato in Pronto Soccorso senza poi farvi accesso a causa della troppa attesa, alla vista del dottore nel parcheggio avrebbe perso la testa, dopo un primo diverbio e il lieve incidente tra le auto, al punto poi da aggredirlo e ferirlo mortalmente con l'accetta che teneva nel baule.
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