Omicidio Santus: chiesto l’ergastolo per Basso e Ascoli

In Corte d’Assise a Novara. Le altre richieste della pm: 17 anni per Iarussi e 14 anni e sei mesi per Maula. Il 6 ottobre la sentenza

Novara

Si è conclusa poco fa, alla Corte d’Assise di Novara, la requisitoria della pubblica ministera Francesca Ranieri per l’omicidio di Giovanni Santus, il senzatetto di origine cuneese, ucciso l’8 luglio 2023 in una casa di Chiavazza.

Per Andrea Basso, difeso dall’avvocata Francesca Tamburello di Torino, la Ranieri ha chiesto l’ergastolo con due mesi di isolamento. Per Lionel Ascoli, difeso dall’avvocata di Torino Sheila Foti, la richiesta è l’ergastolo con sei mesi di isolamento. Sia Basso sia Ascoli sono imputati per omicidio volontario.

Per Silvio Iarussi, difeso dal biellese Sergio Gronda, il pm ha chiesto 17 anni. Infine, per Asia Luciana Maula, difesa dall’altro avvocato biellese Vittorio Grosso, la richiesta è 14 anni e sei mesi. Iarussi e Maula sono alla sbarra con l’accusa di omicidio in concorso.

Il 6 ottobre sono previste le repliche e la sentenza.

La vicenda

La morte di Giovanni Santus era stata particolarmente cruenta. L’autopsia aveva rivelato che l’uomo che abitava a Savigliano ma da qualche tempo era senza fissa dimora, era stato massacrato di botte. Santus era stato trovato al supermercato Penny Market di Chiavazza sporco e ubriaco: il proprietario della casa di via Buratti lo aveva invitato nella propria abitazione per consentirgli di mangiare un boccone e farsi una doccia.

Al termine della quale pare che Santus avesse cominciato a bere una bottiglie di gin senza però condividerla con gli altri. L’episodio avrebbe scatenato gli animi dei presenti, già sovraeccitati dall’uso di alcol e stupefacenti. Da lì sarebbe partita l’aggressione, sino alla morte.

Il processo si è aperto venerdì 14 febbraio in Corte d’Assise a Novara. La pm Francesca Ranieri aveva prodotto una ricca documentazione, avanzando la richiesta di ascoltare ben 36 testimoni, poi ridotti a 33, e chiedendo perizie ambientali e telefoniche.

Nel corso delle udienze successive sono stati dunque ascoltati i testi e vari periti tra cui un medico legale. E ha deposto anche un tecnico incaricato della trascrizione delle intercettazioni. Ieri il lungo esame degli imputati ha portato il processo al rettilineo finale in vista della conclusione tra meno di un mese.

© RIPRODUZIONE RISERVATA