«Siamo a pezzi non abbiamo più parole. Lo hanno ucciso un'altra volta. È un incubo che non ha fine. Come possiamo farcene una ragione?» si chiede il padre di Stefano, Maurizio Leo. «Mio figlio e quell'uomo non si erano mai visti né conosciuti. Erano due estranei, tra loro non è capitato nulla, solo uno sguardo e un sorriso, probabilmente casuali, perché Stefano era un giovane solare, che amava la vita. È inspiegabile che sia stato ucciso per questo motivo». Ricordando la marcia di domenica e l’iniziativa dei palloncini rossi per non dimenticare papà Maurizio aggiunge: «La solidarietà dei suoi amici e dei colleghi di lavoro (Stefano lavoravo da pochi mesi come commesso nel negozio K-way di via Roma a Torino, ndr.) è stata grande». Su Facebook lo zio Daniele Chiri scrive: «In questo momento triste e pieno di rabbia " essere uccisi perché felici" voglio esprimere la mia gratitudine a tutte quelle persone che non si sono mai arrese ed hanno continuato a ricordare Stefano con tantissime manifestazioni di affetto. Grazie amici siete riusciti ha risvegliare nell'anima dell’assassino l'ultima briciola di umanità». Lo zio infine chiede «Ergastolo per l’assassino di Stefano».
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