Ponderano, oggi i funerali dell’uomo investito dalla moto. L’investitore, rilasciato nei giorni scorsi con obbligo di firma, era positivo all’alcool

Oggi alle 15, nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo a Ponderano, saranno celebrate le esequie di Giuseppe Ilardi, l’uomo travolto e ucciso da una moto mentre attraversava le strisce pedonali a pochi metri da casa. Tutto il paese di Ponderano si stringe al dolore della moglie Rosa, dei figli Salvatore, Roberto, Giacoma, Nicola e Alfonsina Patrizia e dei dieci nipoti.
Una tragedia, quella che ha portato alla morte del pensionato 77enne, accaduta a pochi giorni del Natale. Era infatti la sera del 20 dicembre quando in via Mazzini, la strada che collega Ponderano a Biella assumendo poi il nome di via Rosselli, Ilardi è stato investito e ucciso gettando nello sconforto la sua famiglia.
L’investitore, Gianluca Crepaldi, 41 anni, risultato avere un tasso alcolemico di oltre 1,5 grammi litro (tre volte il valore consentito), è indagato del reato di omicidio stradale. Dapprima arrestato è poi stato rilasciato con il solo obbligo di firma. Il suo avvocato, Lucia Acconci, dice che «è psicologicamente distrutto per aver causato la morte del pensionato ma è anche convinto di aver fatto di tutto per evitarlo e le condizioni della strada e del luogo non erano favorevoli».
Ed è sempre l’avvocato Lucia Acconci che smentisce una ricostruzione dei fatti circolata nei giorni immediatamente successivi: «Il presunto tentativo di nascondere la moto dietro a un’auto, notizia riportata da diverse testate giornalistiche compreso “il Biellese”, è una circostanza non solo falsa ma fantasiosa. Un uomo con tre dita rotte sposta una motocicletta da due quintali davanti agli occhi delle persone occorse? Non vi è nessuna contestazione in tal senso agli atti della Procura. Il mio assistito ha solo spento la moto che aveva la marcia innestata e girava su se stessa e l’ha accostata a due metri circa a lato della strada. Dopo di che ha urlato e chiesto aiuto e sono sopraggiunte la titolare del negozio vicino e della farmacia con un defibrillatore mentre lui stesso prestava i primi soccorsi al ferito». L’avvocato non nasconde la grave responsabilità del suo assistito: «Ha certamente sbagliato e si è assunto la responsabilità di ciò che è successo ma ricordo che non c’è ancora la chiusura indagini e i fatti così come sono avvenuti lasciano dubbi perlomeno sulla visibilità dello stato dei luoghi (buio e con un passaggio pedonale tra le auto parcheggiate ai lati) e sulla velocità del mezzo. I processi non si fanno sui giornali ma nelle aule giudiziarie».
Eseguita l’autopsia con la presenza del solo perito nominato dalla Procura (la difesa non l’ha nominato) ora potrebbe aprirsi una vera e propria battaglia a colpi di perizie. Presto infatti potrebbe essere disposta la perizia cinetica per ricostruire la velocità del mezzo. Quello che è certo è che a Crepaldi era stata tolta la patente 2 anni fa, ad un controllo era stato sorpreso con la patente sospesa, e che la moto era intestata alla sorella. Personal trainer, Crepaldi quella sera stava uscendo dalla palestra in cui colla- bora dove poco prima si sarebbe tenuta una piccola festa degli auguri.

© RIPRODUZIONE RISERVATA