Scandalo Tempio crematorio. Il procuratore Teresa Angela Camelio: «Questo processo mi è pesato moltissimo»

Al termine del processo per lo scandalo del tempio crematorio che ha visto i fratelli Alessandro e Marco Ravetti, ai tempi amministratori della società che gestiva l’impianto, condannati rispettivamente a 5 anni e 4 mesi di carcere il primo, 5 anni il secondo, il procuratore Teresa Angela Camelio ha incontrato i parenti dei defunti vilipesi. Ricordiamolo. Era il settembre di due anni fa quando, a seguito di una segnalazione da parte di un ex dipendente, la Procura iniziava a indagare sulla gestione del crematorio scoprendo la prassi delle cremazioni multiple per aumentare la redditività dell’impianto. Il procuratore allora parlò di «lugubre catena di montaggio della morte». Oggi dice ai parenti che aspettavano il verdetto davanti al Tribunale:«Per la prima volta sono contenta di parlare con voi. Questo processo mi è pesato moltissimo. È vero non ci si deve affezionare ai procedimenti ma questo caso ha turbato nel profondo la comunità Biellese colpendo l’intera collettività. Io non sono per le pene esemplari, per il crucifige, ma se il legislatore prevede pene alte, come per i reati contestati, un motivo c’è e io mi sono adeguata. Il giudice ha riconosciuto, nella sua neutralità, il nostro buon lavoro. Nessuno però mi chieda se sono soddisfatta della pena. Quando si arriva a condannare delle persone non c’è mai un vincitore. Dico solo che abbiamo lavorato bene e con coscienza».
Poco dopo dal Tribunale è uscito l’avvocato Alessandra Guarini che ha partecipato al processo rappresentando tre famiglie di defunti vilipesi ammessi in giudizio ma che è anche l’avvocato che per conto del Codacons rappresenta altri 500 familiari la cui pretesa di giustizia sarà valutata dal giudice il prossimo 5 novembre per un eventuale processo bis. Ai familiari assiepati nello slargo antistante il Palazzo di giustizia Guarini ha detto:«La pena è giusta ed è severa. Il giudice ha compreso il disvalore delle condotte dei fratelli Ravetti. Dico che è giusta è severa perché noi oggi possiamo dire che si è fatta giustizia ma nessuno può dire che è sproporzionata e che oggi si è fatta vendetta. Abbiamo chiesto giustizia e l’abbiamo ottenuta. La battaglia però non è finita. Ora tutti i vostri diritti devono essere valutati. Avevamo ragione quando sostenevamo la gravità dei reati che qualcuno invece cercava di sminuire. Non vi dico che è andata bene. Perché non c’è nessun bene in una condanna. Giustizia con la g maiuscola. Vi prometto che completeremo il nostro lavoro e andremo dove dovremo andare».
Il giudice Anna Ferretti si è presa 90 giorni per depositare la motivazione. Scontato che la difesa, che aveva chiesto l’assoluzione, presenterà ricorso in appello.
Come già era stato annunciato dai difensori i fratelli Ravetti non si sono presentati. Paolo Galuppi, diventato un po’ il portavoce dei familiari dei defunti vilipesi ha dichiarato a caldo:«Personalmente mi aspettavo che il giudice accogliesse la richiesta della Procura che era di 8 anni per uno e 8 anni e tre mesi per l’altro. Le prove della loro colpevolezza erano del tutto evidenti».

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