Tentativo di rivolta nel carcere di Biella

Detenuti prendono in ostaggio un agente che riesce a divincolarsi e a chiamare i rinforzi

Tensione alle stelle nel carcere di Biella dove lunedì c’è stato un tentativo di rivolta.A raccontare l’accaduto è Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: «Ieri mattina, intorno alle 11.00, un agente è stato preso alle spalle da un detenuto e, sotto la minaccia di un oggetto non identificato puntato alla gola, è stato costretto ad aprire le celle della sezione. Il detenuto ha poi incitato gli altri ristretti a manifestare e a creare disordini. Approfittando di un attimo di alleggerimento della presa, il poliziotto è riuscito a divincolarsi e uscire dalla sezione detentiva chiudendosi il cancello alle spalle ed impedendo così ai detenuti di uscire. Immediatamente sono intervenuti sul posto il Comandante di Reparto ed ulteriore personale di supporto, riuscendo a far rientrare i ristretti nelle proprie stanze. Nonostante i detenuti abbiano poi buttato fuori dalle celle bombolette del gas ed indumenti incendiati e pezzi di suppellettili danneggiati, nessuno degli agenti ha subito conseguenze».

Per Donato Capece, segretario generale del SAPPE: «sono stati momenti drammatici». Capece esprime vicinanza e solidarietà ai poliziotti di Biella per la professionalità con cui hanno gestito i gravi eventi critici accaduti nelle ultime ore ed evidenzia come e quanto importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale. «Le donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria non possono continuare ad essere aggrediti o a trovarsi costantemente in situazioni di alta tensione. Siamo al collasso! Serve una stretta normativa che argini la violenza dei pochi, anche a tutela degli altri detenuti e delle altre detenute. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ogni giorno le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno a che fare con detenuti che mettono a repentaglio l’ordine e la sicurezza della sezione detentiva, che si confrontano a detenuti con in mano una o più lamette intrise di sangue, o con una padella piena di olio bollente tra le mani pronta per essere buttata in faccia all’operatore, o con un piede di tavolino in mano pronto ad essere scagliato contro un poliziotto. Servono urgenti provvedimenti a tutela della Polizia Penitenziaria». Capece denuncia: «questo è il drammatico scenario quotidiano, inaccettabile, in cui opera il Corpo di Polizia Penitenziaria, ma la cosa sembra non fare notizia al contrario di altre. Altro che sicurezza!».Capece rinnova l’auspicio di potere incontrare presto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

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