Cronaca
Sabato 14 Dicembre 2024
La madre di Erika: «Dimitri? L’ho addirittura visto in auto, dietro di me...»
Lo sfogo della donna: «In quest’ultimo anno l’ho incrociato una decina di volte: come può uscire di casa dopo quello che ha fatto?»
Era novembre 2023 quando il tribunale di sorveglianza di Torino concesse gli arresti domiciliari per un anno a Dimitri Fricano, condannato a 30 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata Erika Preti nel 2017. Una decisione ritenuta necessaria poiché le sue condizioni di salute - pesava 200 kg e fumava cento sigarette al giorno - erano incompatibili con la vita in carcere: così Dimitri era stato scarcerato dal penitenziario torinese delle Vallette e trasferito nella casa dei genitori a Biella, con la possibilità di uscire per tre ore al giorno, dalle 15 alle 18.
Il 7 novembre 2024, oltre un mese fa, era attesa la nuova udienza del tribunale di sorveglianza, che avrebbe dovuto riesaminare il caso e stabilire le condizioni di salute del ragazzo, in modo da capire se farlo rientrare in cella oppure prorogare i domiciliari per un altro anno. Ma l’udienza non c’è stata. Anzi: non è stata nemmeno fissata. Si parla di metà gennaio, ma nel frattempo Dimitri è ancora a casa e qui trascorrerà il Natale con i genitori.
Ma la mamma di Erika, Tiziana Suman, non ci sta: «Se è vero che l’ho incontrato alle Poste di Biella? Sono passata in auto lì davanti, dopo che avevo finito di lavorare e ho riconosciuto la sua auto. Ho visto il padre che lo aspettava e dentro alle Poste c’era lui. Non dico che debba stare in carcere se le sue condizioni di salute non lo consentono, ma almeno in una struttura... Come è possibile che a soli sei anni di distanza dall’omicidio di Erika, possa restare in giro per tre ore al giorno? E quella delle Poste non è stata la prima volta che l’ho visto. Io e il papà di Erika lo abbiamo incrociato una decina di volte nell’ultimo anno. Mio marito in un’occasione lo ha visto in un negozio, io l’ho trovato addirittura dietro di me in auto, per strada. Per fortuna non l’ho mai incontrato faccia a faccia, altrimenti non so cosa sarebbe successo...».
La mamma di Erika continua a interrogarsi se tutto questo sia giusto: «Tutte le volte che io esco o che entro in un negozio faccio attenzione che fuori non ci sia la sua auto per timore di vederlo. Ha senso tutto questo? Ha senso che io e il padre di Erika dobbiamo avere “il timore” di incontrarlo in giro? È passato più di un mese da quando è scaduto il provvedimento del tribunale di Torino in merito ai domiciliari: come è possibile non sia stata ancora fissata una data per la nuova udienza? Si continua ad aspettare, e intanto lui può trascorrere il Natale in famiglia con i genitori. Non capisco chi prende queste decisioni, sono molto irritata con le istituzioni. Alla fine dei processi e dopo che lo hanno definitivamente condannato, nessuno si è mai preoccupato di dirci come sarebbero andate le cose. Sembra che ormai il nostro pensiero non conti più nulla».
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