A Villa Mares il set del film di Burgay su Eleonora Duse

“Al termine della notte” è il titolo del nuovo docufilm di Michele Burgay, regista biellese che ha accolto, con entusiasmo e professionalità, la volontà della fondazione Vittorio Bersezio di far conoscere al pubblico il lato oscuro della Torino dell’800.

Il docufilm, composto da cinque cortometraggi, è stato girato tra Torino e Candelo. Con la collaborazione del comune di Candelo, di Simone Emma e all’organizzazione generale di Annalisa Zanni, parte delle riprese sono state girate a Villa Mares.

La dimora storica di Candelo, di proprietà di Annarita Bertolo, è stata il set che ha visto gli attori Delia Duran e Alex Belli, interpretare Eleonora Duse e Martino Cafiero in una storia d’amore a senso unico che fece soffrire la futura dea del teatro italiano.

Eleonora Duse, nata il 3 ottobre 1858 a Vigevano, è stata una delle attrici teatrali più influenti e premiate del suo tempo. La sua carriera teatrale durata oltre quattro decenni, la rese una figura di spicco nella storia della recitazione non solo nazionale, ma anche internazionale.

La sua recitazione sensibile ed emotiva con i personaggi che interpretava le valse il soprannome di “Divina Duse.”

Eleonora Duse era figlia d’arte di attori itineranti e il palcoscenico fu una parte intrinseca della sua vita fin da giovane tanto da essere considerata una bambina prodigio.

Con la sua interpretazione del personaggio di Juliet in “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare all’età di quattordici anni catturò l’attenzione del pubblico e dei critici.

Ciò che distingueva Eleonora Duse dagli altri attori del suo tempo era la sua ricerca di autenticità e verità nell’interpretazione che fecero innamorare anche Gabriele D’Annunzio con il quale trascorse piacevoli momenti anche nel nostro territorio, più volte ospiti dello stabilimento idroterapico “Oropa Bagni”.

Il docufilm prodotto da Videodelta e Deltanove, ci fa conoscere una giovane Eleonora Duse, innamorata ed incinta di un uomo che l’ha considerata solamente una delle tante avventure, mostrandoci il lato triste e malinconico della “divina”.