All’Odeon un Re Lear firmato
Preziosi-Pistoletto

Shakespeare Un inedito allestimento che utilizza le opere del Maestro per entrare nella mente del re. Anche musiche e costumi ispirati dall’artista

«È il caso, l’artefice dell’incontro tra me e Alessandro Preziosi. Da qui l’idea di costruire insieme la storia del re e delle sue tre figlie, tratto dalla tragedia di Re Lear di William Shakespeare. Sul palcoscenico ad accompagnare gli attori ci sono alcune mie opere, materiali di scena per raccontare il rapporto tra padri e figli, la relazione tra tradizione e innovazione, tra uomo e natura. La collaborazione si estende anche a Cittadellarte, che ha realizzato gli “abiti in scena”, costumi iconici ideati dal collettivo Fashion B.E.S.T. realizzati attraverso una filiera tessile trasparente tracciabile ed etica e con l’utilizzo di processi e materiali sostenibili, con la direzione creativa di Flavia La Rocca e Tiziano Guardini», a parlare è il maestro Michelangelo Pistoletto.

Il frutto di questo incontro tra due sensibilità artistiche potrà ora essere goduto dal pubblico biellese. Lo spettacolo, inserito nella stagione “Biella in Scena”, curata da “Il contato del Canavese”, è in cartellone all’Odeon martedì 10 dicembre (vendita dei biglietti in corso).

Preziosi si è avvicinato al linguaggio di Pistoletto, alla sua filosofia, grazie alla mostra personale del maestro biellese “Infinity” presso il Chiostro del Bramante di Roma nel 2023.

Ad accompagnare gli attori, tra cui lo stesso Preziosi che firma la regia, sono alcune opere del maestro, materiali di scena per raccontare il rapporto tra padri e figli, la relazione tra tradizione e innovazione, tra uomo e natura. I costumi sono protagonisti. Modularità, unicità e caratterizzazione: questi i tre principi che li hanno ispirati. Studiati come pezzi unici e iconici raccontano ogni personaggio seguendone l’evoluzione durante lo spettacolo, permettendo una trasformazione e una vestizione scenica che si concretizza nella visione e nella gestualità del racconto shakespeariano. Il materiale è il denim, particolarmente resistente all’usura ma anche agli stress; un tessuto contemporaneo, popolare e versatile che permette ai costumi di essere, a fine ciclo vita, interamente riciclati. I personaggi che nello spettacolo si svestono per esprimere uno stato di nudità vengono coperti con un completo nero in mussola di cotone. Il nero è proposto come il non- colore che permette di ritornare a fare parte del tutto, scomparire per poi ricomparire con consapevolezza, ma se lo si interpreta dal punto di vista artistico il nero è l’assenza del colore ed è quindi espressione del denudarsi per permettere poi ai colori di tornare a dipingersi sui corpi e esprimere l’essenza di noi stessi. A raccontare il suo Re Lear - lo spettacolo è intitolato “Aspettando Re Lear” è Preziosi: «Ho immaginato un re non semplicemente arrivato alla fine dei suoi anni, ad un passo anagraficamente dalla morte, ma piuttosto spinto dalle circostanze e dalla trama a cercare nella maturità, e non nell’età, il tassello conclusivo della propria vita. L’impazienza che accompagna il rocambolesco circolo di eventi in cui Re Lear travolge prima di tutto sé stesso e quindi gli altri, mi ha suggerito di creare uno spazio mentale teatralmente e scenicamente reso materico dalle opere in scena».

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