Cézanne e Renoir, due giganti dell’arte
messi a confronto

I dipinti più celebri dei due maestri dell’Impressionismo sono esposti alla Fondazione Pierre Gianadda fino al 19 novembre

“Cézanne e Renoir, regards croisés” è la mostra in corso alla Fondazione Gianadda di Martigny: un evento che vale una gita fuori porta nella cittadina svizzera. Per celebrare i 150 anni dell’Impressionismo la fondazione propone questo incontro tra due giganti della storia dell’arte. Nella sala centrale del Museo sono esposti 60 capolavori, alcuni di proprietà della stessa fondazione e la maggior parte provenienti dalle collezioni dei musei dell’Orangerie e d’Orsay. I due maestri della pittura francese dell’ultimo quarto dell’Ottocento e dell’inizio del XX secolo sono messi a confronto. Quasi coetanei, Renoir era nato nel 1841 Cézanne nel 1839, i due artisti tracciano due solchi di modernità pittorica: il primo aprendo la strada all’impressionismo, dove la linea cede il posto al colore e alla luce; il secondo pioniere di un nuovo percorso con tracce ritmiche e sintetiche. I due pittori erano amici e nutrivano una reciproca ammirazione: la mostra, accostando il lavoro dei due artisti, permette di evidenziare i temi in comune e i modi diversi di affrontarli, dalla natura morta ai paesaggi, dal ritratto ai nudi, fino alla ricerca dell’essenza delle cose e delle persone. I due maestri avevano in comune anche l’ammirazione di collezionisti e mercanti visionari che ebbero l’intuizione e la capacità di affermarli sul mercato dell’arte: Victor Chocquet, Ambroise Vollard, Albert Barnes e Paul Guillaume con la moglie Domenica.

Il dialogo tra le opere permette di intuire l’animo dei due artisti, anche se alla fine a parlare ai visitatori, ognuno con il suo modo di raccontare, sono i quadri esposti. Le roselline delicate di un bouquet posato sua una sedia immortalato per sempre da Renoir, la tela dall’insolita misura 30x100 con cui Cézanne racconta il pomeriggio di un gruppo di bagnanti immersi tra l’azzurro del mare e il verde della natura. E poi i paesaggi che i due artisti hanno fotografato attraverso i loro occhi: il “Paysage algérien” di Renoir, che mette in evidenza la sua straordinaria capacità di stupire con il gioco di luci e ombre; “Le Rocher Rouge” di Cézanne che riassume in una sola tela tutte quelle caratteristiche che rendono riconoscibile il tratto dell’artista. La parte conclusiva dell’esposizione vuole mostrare il passaggio ai posteri dei due maestri: «Dobbiamo trattare la natura attraverso il cilindro, la sfera e il cono» scrive Cézanne. Questo suo modo di concepire le forme e la costruzione dello spazio annunciano il cubismo come in “Dans le Parc de Château Noir” del 1900. Renoir ha invece contribuito a plasmare il corso dell’arte moderna con la sua esplorazione della luce, la sua maestria nei ritratti e la sua celebrazione della bellezza del corpo come in “Femme nue couchée” del 1906.

La mostra era stata fortemente voluta dal presidente Lèonard Gianadda, scomparso lo scorso dicembre a 88 anni. E lo stesso Léonard è ricordato attraverso una seconda mostra allestita negli spazi della fondazione: “Leonard Gianadda sulle tracce di Tintin”, una raccolta di fotografie di Gianadda messe a confronto con i fumetti delle avventure di Tintin, un reporter dotato di spirito di avventura.

Léonard era appassionato di questi fumetti e dall’enorme archivio fotografico sono emerse immagini che sembrano ripercorrere le tappe dei viaggi di Tintin in tutto il mondo. Fotografie e disegni dialogano tra loro, regalando qualche istante di leggerezza, nel ricordo dell’opera di Gianadda: prima fotoreporter, poi ingegnere e imprenditore di successo che nel 1978 fondò la prima grande istituzione svizzera privata di cultura, ora museo di richiamo internazionale.

Le mostre sono aperte fino al 19 novembre 2024, tutti i giorni dalle 9 alle 18.

Il biglietto per gli adulti costa 20 euro; oltre i 60 anni 18 euro; i bambini dai 10 anni e gli studenti fino ai 25 pagano 12 euro.

Il traforo del Gran San Bernardo offre il passaggio di ritorno gratuito ai visitatori della mostra che al rientro devono mostrare il biglietto di andata (entro 72 ore) e il biglietto d’ingresso alla mostra.

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