Come in una piccola arena di Verona: l’Aida convince ed entusiasma
Sono state molto apprezzate dal pubblico la scenografia e la narrazione proposte dal regista Alberto Jona. Due nuove date
Sordevolo si candida a diventare la piccola Arena di Verona del Biellese. È un successo la seconda esperienza consecutiva, dopo il Nabucco dello scorso anno, di un’opera lirica nell’anfiteatro Giovanni Paolo II, sede della rappresentazione ogni cinque anni della Passione versione colossal, messa in scena dal Teatro Popolare di Sordevolo. Il clima molto “veronese” è stato favorito anche dall’opera scelta: l’Aida, ancora di Giuseppe Verdi, che riproposto le atmosfere dell’antico Egitto, senza gli sfarzi “zeffirelliani” dell’Arena, ma con una convincente messa in scena, che il regista Alberto Jona ha realizzato grazie alla scenografia di Matteo Capobianco molto arricchita dalle creazioni di visual design di Luca Attili e con una direzione molto coerente del maestro Marco Alibrando dell’Orchestra Filarmonica Italiana.
Jona ha anche creato un valore aggiunto alla narrazione del grande capolavoro verdiano, celebrando il grande archeologo biellese Ernesto Schiaparelli, originario di Occhieppo Inferiore, dove nacque nel 1856 a soli tre chilometri di distanza dall’anfiteatro di Sordevolo. Infatti, grazie all’efficace collaborazione con il Teatro Popolare di Sordevolo guidato dal presidente Stefano Rubin Pedrazzo, l’opera di Verdi è stata proposta come un sogno immaginato dai componenti della squadra archeologica di Schiaparelli, in partenza dall’Egitto dopo aver ritrovato molto materiale antico, forse alla volta di Torino per arricchire il Museo Egizio piemontese, secondo nel mondo solo a quello del Cairo.
L’egittologo occhieppese e i suoi collaboratori hanno introdotto la vicenda drammatica e legato tra loro i quattro atti, muovendosi come figuranti per consentire i vari cambi di scena, indossando costumi molto fedeli al periodo storico degli scavi, creati, al pari di quelli della corte del faraone, dall’ottima costumista Silvia Lumes.
Detto dell’orchestra e della regia, sul palco si sono esibiti con buona professionalità la soprano Mary Elizabeth Williams, nel ruolo di Aida, ben fronteggiata dalla mezzosoprano Gosha Kowalinska, che interpretava la principessa Amneris. Nel ruolo di Radames si è ben comportato il tenore Gabriele Mangione, che ha puntato sulla voce per compensare qualche disparità nella presenza scenica con le due coprotagoniste, entrambe di statura più alta. Bene anche i comprimari, in particolare il baritono Gustavo Castillo, che ha portato in scena un Amonasro convincente. Una citazione particolare merita anche l’ottima prova del coro della Schola Cantorum San Gregorio Magno, diretta dal maestro Alberto Sala.
Grandi applausi, soprattutto dal pubblico femminile, per il coreografo e danzatore Gerard Diby, la cui esibizione ha conferito una soave drammaticità nei momenti chiave dell’opera.
Un pubblico delle grandi occasioni ha affollato quasi interamente gli spalti dell’anfiteatro aperti agli spettatori con una affluenza che è arrivata vicina al migliaio di persone. Sabato sera avrebbe potuto esserci la replica di questo successo, ma le condizioni atmosferiche hanno consigliato l’annullamento della seconda recita, che è stata ridimensionata e proposta come audizione nella sede del teatro Coccia Novara.
Il teatro novarese, produttore dell’opera, come ha raccontato la direttrice artistica Corinne Baroni introducendo la serata, ha trovato a Sordevolo una sede ideale per promuovere un festival lirico estivo che potrebbe valorizzare il nostro territorio, attraendo anche appassionati da altre province.
Per chi volesse rendersi conto di questa possibilità, tempo permettendo, sono previste altre due recite nel prossimo fine settimana, venerdì e sabato prossimi, con un nuovo cast nei ruoli principali, che vedrà impegnati sul palco Serena Farnocchia nel ruolo di Aida, Jason Kim, che sarà Radames, e Veronica Simeoni nei panni di Amneris.
Poi per gli appassionati inizierà l’attesa per l’appuntamento dell’anno prossimo, già fissato con un altro grande classico da festival estivo all’aperto: la Carmen di Bizet. In attesa che, nel 2027, lo spettacolo possa incrociarsi sulla scena insieme a quello della Passione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA