Con Francesco Monti e il suo libro “2984”
trionfano le utopie
È in programma l’11 ottobre la presentazione del romanzo che rappresenta un messaggio di speranza per il futuro dell’umanità
L’utopia è l’ambiziosa guida del più sognatore degli uomini: pur irraggiungibile per definizione, se fa sorgere il germe del cambiamento diventa un luminoso obiettivo del divenire. E allora il sogno può farsi profezia. Il romanzo profetico-sociologico di Francesco Monte, “2984… 1000 anni dopo Orwell e Huxley”, che sarà presentato venerdì 11 ottobre (alle 17) alla Biblioteca Civica di Biella, descrive il trionfo nel corso del Terzo Millennio dell’utopia, a tutti i livelli del vivere, del sapere e dell’essere. Attraverso due personaggi, la giovane Blanca e Francesco Cristiano, esperto in storia della sociologia, narra il cammino faticoso compiuto dall’umanità per realizzare il “Mondo Giusto”. Il romanzo si pone in dialettica con “1984” di Orwell e “Il mondo nuovo” di Huxley, frutti distopici dei regimi totalitari del ‘900. Immediato, infatti, il confronto tra Il Grande Fratello orwelliano e Algor, sofisticatissima macchina su cui si regge “Il Mondo Giusto”: «Il Grande Fratello agisce in una logica di potere e di controllo» spiega l’autore, vincitore nell’ultimo anno di 25 premi a concorsi letterari in tutta Italia. «Algor, invece, è strumento che opera in una logica agevolativa che lascia intatta la libertà e potenzia le individuali capacità di scelta e di azione». Le grandi domande esistenziali, il rapporto con la tecnologia, il vivere dell’Uomo negli aspetti più materiali e spirituali, vengono passati sotto esame da Francesco Cristiano che, come un moderno Virgilio, guida Blanca e il lettore verso la comprensione di una sublimazione in cui l’Uomo viene spogliato dell’imperfezione biologica e intellettiva, pur conservando, di fronte alla macchina, con cui instaura un rapporto di simbiosi, di coesistenza fruttuosa, la sua individualità: «Il realizzarsi dell’utopia, non ci priva della nostra umanità ma la esalta» afferma Monti. «Superare limiti ritenuti invalicabili è caratteristica fondamentale dell’umano. Quanto alla tecnologia, l’umanità da sempre, a vicende alterne, si è trovata alle prese con la problematica del controllo dei progressi scientifici, del loro utilizzo per il bene dell’uomo e non per il suo danno in una logica globale di tipo evolutivo». Fondamentale per tale processo il rapporto con Lui: «Il senso del sacro è impresso nelle singole coscienze, e da esso non si prescinde» continua lo scrittore. «La necessità di riconoscere il proprio fondamento può rimanere oscurata, ma poi non può fare a meno di riemergere prepotentemente. Il perfezionamento dell’uomo riposa nel coltivare questo insito senso del sacro».
Con una lettura leggera ma al contempo profonda, ecco che la valenza profetica del romanzo si arricchisce di ciò che la origina, cioè il presente con tutte le sue mancanze. D’altra parte Oscar Wilde scrisse che “Il progresso altro non è che il farsi storia delle utopie”, tanti presenti indirizzati da un imperfetto agire che con fiducia nella ricerca e nel rispetto del prossimo, possono tramutarsi in un mondo in cui vale la pena vivere: «Il messaggio fondamentale» conclude Monti «è la necessità di vivere con ottimismo e fiducia le globali capacità dell’umanità di costruire un mondo migliore, utilizzando anche e soprattutto le riflessioni derivate dalla ricerca critica storica ed i frutti della ricerca scientifica, due pilastri fondamentali per il progresso, dai quali possono derivare già nel prossimo futuro, avanzamenti in campo medico e nell’affermazione dei diritti umani». Durante la presentazione del libro Monti dialogherà con Dino Gentile.
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