
I biellesi fanno “oooh” per le fotografie di Minato
Auditorium di Città Studi pieno per il ritorno “a casa” del cossatese i cui scatti sono stati premiati dalla Nasa
Come i bambini al parco giochi, o come quelli di una canzone di qualche anno fa, i biellesi hanno fatto “oooh” ogni volta che, sul maxischermo dell’auditorium di Città Studi, appariva un’immagine nuova di Valerio Minato. Il fotografo nato a Cossato e trapiantato a Torino è stato il protagonista della serata di venerdì, invitato da Biella Fotoclub e Fondazione Crb, in cui ha spiegato come nascono i suoi scatti, a comunciare da quelli che hanno fatto il giro del mondo grazie al premio della Nasa che ne ha eletti due, a meno di un anno e mezzo di distanza, come fotografia astronomica del giorno.
Dietro gli allineamenti perfetti tra la luna, il Monviso, la cupola di Superga o la sagoma della Sacra di San Michele ci sono studi, ricerche, sopralluoghi e tentativi che falliscono. Così i circa cinquecento biellesi che hanno riabbracciato il loro “figliol prodigo” diventato famoso hanno ascoltato più di due ore di lezione in cui non si è parlato solo di come scattare un’immagine perfetta ma anche di fisica, geografia, cartografia, astronomia. Per riuscire a catturare l’arcobaleno proprio sopra San Michele, per esempio, prima c’è stato un lavoro per capire dove collocarsi per vederlo esattamente dove avrebbe voluto che fosse. Poi, ovvio, serve il temporale che lascia spazio al sole. Ma succede di dover letteralmente inseguire l’arcobaleno per arrivare in tempo: «La fortuna esiste» ha detto «ma noi le apparecchiamo la tavola». Tra gli allineamenti che Minato ha mostrato, c’è stato anche un Ricetto di Candelo in primo piano mentre sullo sfondo c’è sempre lui, il Monviso, catturato dalle colline sopra Valdengo. E i biellesi che hanno fatto “oooh” hanno scoperto che da Curino si possono vedere i grattacieli di Milano e che, se si sa dove mettersi, si può fotografare la stazione spaziale internazionale in quel secondo e mezzo in cui passa proprio davanti al sole. Tanta tecnica e altrettante emozioni, insomma, hanno caratterizzato la serata. Emozioni anche per Minato stesso: «Non sono abituato a parlare davanti a così tanta gente, sono un po’ agitato». E dire che, dal giorno di Natale del 2023, quando la sua prima foto fu ripubblicata dalla Nasa, di persone ne ha sentite tantissime: «Ero a casa dei miei a Cossato. Fino a mezzogiorno non era successo niente. Poi il finimondo. Ho cominciato a rispondere al telefono. Ho smesso due mesi dopo».
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