I segni sulla carta che raccontano storia ed emozioni
Anna Ronchi è esperta di calligrafia: è presidente dell’Associazione Calligrafica Italiana dal 1991
Scrivere a mano è una di quelle pratiche che non andrebbero mai trascurate. La velocità delle attività quotidiane, a volte, rischia di danneggiare o mortificare il bello che ci circonda, il bello che noi stessi siamo in grado di creare con le nostre mani: un dipinto, una scultura, un manufatto, così come uno scritto.
Come tutte le forme d’arte anche la calligrafia richiede di piegare il tempo alla cura della forma, dando importanza al segno, colto nella sua storicità ed emozionalità. Diffondere e preservare la disciplina è la grande passione e missione di Anna Ronchi, presidente onorario dell’Associazione Calligrafica italiana che dal 1991, anno della sua fondazione, si impegna a tenere corsi in tutta Italia: «La calligrafia è una grande passione a cui sono arrivata molti anni fa, nel 1988» afferma. «Lavorando come grafica, avevo spesso a che fare con i caratteri e ho capito, guardando alcune riviste americane, che c’era tutto un mondo sulle lettere che volevo scoprire. In quegli anni, però, in Italia, non c’era modo di studiare questo argomento, così ho deciso di andare a studiare calligrafia a Londra al Roehampton Institute dove si insegna calligrafia e rilegatura. Al mio rientro in Italia ho conosciuto altre persone che avevano il mio stesso interesse e abbiamo fondato l’associazione. Successivamente, ci siamo rivolti ai grandi maestri della calligrafia straniera provenienti da Inghilterra e Germania, affinché venissero ad insegnare da noi. I social, oltretutto, hanno dato un forte impulso, facendola percepire come l’arte straordinaria che è».
Anche quest’anno l’attività dell’associazione comprende un fitto calendario di corsi dedicati agli adulti - a Milano, a Firenze, a Verona e a Vicenza -, ma non mancano anche attività nel territorio, dove Ronchi tiene corsi privati, e nelle scuole primarie, a Occhieppo, Mongrando, Zubiena e Graglia, dove insegna il corsivo ai bambini. Sarebbero proprio questi ultimi, infatti, a destare più preoccupazione perché starebbero perdendo la bella scrittura, con tutta una serie di conseguenze che hanno a che fare con lo sviluppo delle abilità psicomotorie, con la memorizzazione e la concentrazione.
CALLIGRAFIA, SCRITTURA E DIGITALE
«Come dico sempre è necessario fare un distinguo: la calligrafia è una pratica particolare che necessita di tempi strumenti e riti suoi, mentre la scrittura è una attività che appartiene a tutti e che si può migliorare» specifica Ronchi. «Sono discipline che insegnano la disciplina, dando un’impostazione di base importantissima. Se si insegna a scrivere in maniera non frettolosa, si trovano nelle lettere i primi fondamenti di geometria, la simmetria e le proporzioni. Senza la giusta attenzione nell’insegnamento e senza, di conseguenza, la giusta confidenza con le lettere, possono insorgere disturbi dell’apprendimento, legate alla scrittura e alla lettura due facce della stessa attività mentale, e difficoltà di coordinamento mano, occhio, cervello, fondamentale per lo sviluppo. I nostri bambini non devono perdere la capacità di apprendere».
Uno dei fattori che minaccia la pratica della scrittura è proprio il digitale che, però, non solo non danneggia l’arte della calligrafia ma, al contrario, la valorizza, trovandole nuovi e prestigiosi campi di applicazione: «La calligrafia» conclude «ha molti punti di contatto con la grafica e il disegno e, per questo, può convivere pacificamente con il digitale, venendo utilizzata nella pubblicità e nel campo del lusso. Ci sono stati calligrafi che hanno esplorato la realtà virtuale e lavorato con applicazioni avanzate. L’ha dimostrato Steve Jobs, che ha seguito corsi di calligrafia e ha portato nei suoi Apple il mondo del bello che si trovava nei caratteri scritti a mano e nella tipografia, riversandoli in una nuova tecnologia che mantiene e rispetta le forme tradizionali. La mia scrittura preferita? La cancelleresca, anche detta italico, risalente agli umanisti fiorentini del 1400. È elegante, dinamica e molto attuale, perché le lettere sono riconoscibili e si può scrivere anche a biro o a matita».
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