Il Biellese è lo sfondo del primo
romanzo giallo con l’ispettore Caruso

L’autrice Daniela Gusi, torinese, ha scelto la provincia di Biella per ambientare il suo libro pubblicato da Neos

È il suo primo romanzo edito ed è ambientato nel nostro territorio. Daniela Gusi, nata a Torino, ha da poco pubblicato il suo romanzo con la casa editrice Neos Edizioni, intitolato, a richiamo di una locuzione latina, “Nomen Omen”, un appassionante giallo “alla vecchia maniera”, nato dallo spunto di uno scritto risalente a qualche anno fa, sul caso di un’imprenditrice rapita risolto a distanza di trent’anni. La vicenda si sviluppa tra strade statali e paesetti prealpini ispirati al nostro territorio, a cui la scrittrice, insieme al marito, si sente molto legata: «Sono nata e cresciuta a Torino ma mio marito ed io amiamo moltissimo due luoghi del biellese: il parco della Burcina e il ricetto di Candelo» afferma la scrittrice. «Sono i nostri posti del cuore che andiamo a visitare appena possiamo. Per raggiungerli attraversiamo il territorio e ogni volta mi dà sempre un grande senso di serenità».

A ispirare la scrittrice, non sono però la Burcina o il Ricetto, né un luogo effettivamente reale, quanto piuttosto le suggestioni che il paesaggio e il contesto offrono: «Quando ho cominciato a lavorare a questo romanzo – continua Gusi - ho pensato che poteva essere la zona ideale, considerando anche il fatto che mi serviva un luogo in cui il tempo sembrava non passare velocemente; mi serviva, cioè, che il posto descritto nel romanzo non sembrasse così stravolto dal progresso. Inoltre non voglio ambientare vicende tragiche e delitti in una zona in cui il crimine potrebbe capitare. Preferisco un luogo dove tutti si conoscono e tutti sembrano contenti e in armonia, un contrasto che ho fatto mio per la mia grande passione per il giallo alla Miss Marple di Agatha Christie».

“Nomen Omen” è un giallo di esordio appassionante, un racconto corale capace di catturare l’attenzione del lettore e di immergerlo nei meandri di una provincia dal passato agricolo, fra pensieri, emozioni, vizi e virtù dei tanti personaggi in scena. Dai primi anni ’90, periodo in cui si è consumato il crimine, i sospetti sono stati così tanti che chi ha avviato l’indagine non è riuscito a trovare il bandolo della matassa. La donna rapita, bella e priva di scrupoli, non è stata più ritrovata e l’indagine non ha portato a nulla, lasciando dietro di sé una scia di morti, esistenze distrutte, dolore, ambiguità e maldicenze. Trent’anni dopo il caso torna di attualità a seguito di alcuni importanti ritrovamenti, riportando in scena i protagonisti di allora. L’ispettore Caruso e il giovane Guardincasa, si impegneranno per seguire la pista data dalle tracce del denaro di un riscatto sparito nel nulla e mai usato, tradimenti seriali, fanatici religiosi, sordidi baristi e un albero di melo che nasconde un segreto. I fili sospesi si riannoderanno grazie alla buona sorte e alla meticolosità della polizia e il colpevole verrà consegnato alla giustizia: «Ho un’idea ben precisa della tipologia di libro giallo che voglio scrivere e che amerei leggere» conclude. «Che non sia truculento e che sia leggero, che consenta di entrare nella trama senza sforzo, un diversivo, insomma, dai fatti di cronaca della nostra realtà, già sufficientemente brutali. Fin da ragazza amo leggere, da Hemingway a Shakespeare, da Pavese a Fenoglio. Poi ho scoperto Agatha Christie, la mia autrice preferita, e questa tipologia di gialli, in cui il finale non rimane sospeso, ma in cui il colpevole viene scoperto e messo spalle al muro davanti alle sue responsabilità». Benché sia un esordio nel catalogo di una casa editrice, “Nomen Omen” non è, di fatto, il suo primo romanzo. “Dopotutto è solo un funerale” e “Una seconda possibilità” sono i suoi primi due romanzi, che hanno avuto un discreto successo, autopubblicati tramite la piattaforma Amazon dopo essere stati tenuti nel cassetto per tantissimo tempo. Entrambi sono ambientati in luoghi diversi dal Biellese ma con gli stessi personaggi che si ritrovano nell’ultima pubblicazione, un filone non voluto, a dire della scrittrice, ma ricco di potenzialità.

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