Il Mucrone dipinto come nelle antiche
stampe giapponesi

In mostra a Palazzo Gromo Losa le opere di Valentina Piacenza, prolifica artista biellese che impregna i suoi quadri di culture lontane

Il monte Mucrone sarà il protagonista della prima delle tre mostre sulla montagna proposte allo Spazio Cultura in occasione della mostra di Steve McCurry. A celebrare il nostro territorio attraverso uno dei suoi più amati simboli, saranno le opere di Valentina Piacenza, artista, illustratrice e insegnante di arte, amante della natura e attenta osservatrice dei suoi cambiamenti di luce e colori nel corso delle stagioni, catturati sul momento in tutta la loro bellezza come solo un dipinto en plein air può fare. La mostra, composta da una cinquantina di tempere, verrà inaugurata il 22 novembre e resterà visitabile fino all’8 dicembre, anticipando l’esposizione delle incisioni di Placido Castaldi di proprietà della Fondazione CRB e una mostra dedicata a Vittorio Besso.

La sua mostra si inserisce nel contesto di un percorso fotografico del grande Steve McCurry in cui sono immortalate le vette più rappresentative del mondo. In questo contesto mi sembra che idealmente la raffigurazione del simbolo del Biellese riporti lo spettatore a celebrare il nostro territorio.

Il Mucrone è la montagna a cui tutti sono affezionati. Ho deciso di catturarlo da più angolazioni, non solo in primo piano, dalla Burcina, da Graglia e da molti altri paesi per mostrare vari punti del nostro amato territorio. Mentre lavoravo al libro su Oropa, “Un anno a Oropa”, ho pensato che sarebbe stato bello fare un lavoro sul Mucrone ed è grazie ad Andrea Quaregna, che ha subito apprezzato il mio lavoro, che è stato possibile realizzare questa mostra.

Lei ha fatto un parallelismo con i monti giapponesi nell’arte. Il monte Mucrone assume nella sua arte la stessa simbologia che il Fuji ha per maestri giapponesi Hokusai e Hiroshige?

Inizialmente l’avevo chiamata “Le 100 vedute del monte Mucrone”, per abbinarla al lavoro dei due artisti che hanno mostrato il Giappone scegliendo quel monte come sfondo per rendere la vera vita giapponese. Nella loro cultura si parla di “mondo fluttuante”, stampe con matrici di legno realizzate tra il 1600 e il 1800, molte delle quali riflettevano una vita facile e piacevole. Ora, il nostro territorio non lo definirei fluttuante, ma ho preso spunto da quelle opere, che colleziono.

Nei suoi lavori nulla è lasciato al caso. Che significato assume la scelta del materiale su cui disegna?

Dipingo solitamente su vecchie carte, una tecnica che ho già utilizzato nelle tempere che hanno poi dato vita al libro “Un anno ad Oropa”. Mi piace che la carta sia usurata dal tempo che restituisca una sensazione di passato consonante con l’antichità della montagna e del territorio, impregnato di storia.

Per raggiungere la sua formazione ha viaggiato moltissimo e visto innumerevoli paesaggi. Cosa simboleggia per lei il paesaggio biellese, in particolar modo, il Mucrone?

È casa, è dove sono nata e cresciuta, sono luoghi dell’anima, le mie origini, e per questo, ai miei occhi, hanno un valore che nessun altro posto può avere, per quanto suggestivo. Il nostro territorio è meraviglioso e, purtroppo ancora poco valorizzato.

Tornando ai suoi viaggi, che bagaglio si è fatta nelle sue tante esperienze artistiche all’estero?

Mi sono laureata in Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Venezia e perfezionata al Lathi Politecnique in Finlandia e alla School of the Museum of Fine Arts a Boston, conseguendo poi un diploma in Arte Terapia alla Edith Cowan University a Perth in Australia. Viaggiare mi è sempre piaciuto tanto. Le università all’estero sono molto diverse dalle nostre ma ho imparato che più si osservano altre realtà, più il bagaglio è grande. Anche in Italia ho imparato tantissimo. Nel tempo ho capito che volevo specializzarmi come illustratrice, ma amo realizzare anche murales, decorazioni d’interni e dipingere dal vero. Ho 10-15 diari mai pubblicati per ora perché questo genere è più diffuso in Francia. Spero un giorno che anche qui in Italia si possa apprezzare questa tipologia di pubblicazioni.

Il 30 novembre terrà il laboratorio “La volpe”, un ritorno alla sua passione per il disegno di animali. Come si svolgerà?

Sì è un ambito a me molto caro. Non sarà rivolto ad una fascia di età specifica, quello che conta sarà lavorare insieme, in sinergia, magari realizzando qualcosa in grande, che sia fonte di soddisfazione per i bambini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA