La fotografia etica conquista la città e ispira gli studenti

Il progetto di Anna Fileppo porta a Biella il festival di Lodi con le opere che rivisitano gli scatti in ville abbandonate

Nelle 14 edizioni che declinano la sua storia il Festival della Fotografia Etica di Lodi è diventato un evento di importanza internazionale: chiama a raccolta reportagisti da tutto il mondo ed è indiscutibilmente un punto di riferimento del settore. Tra gli oltre 100mila visitatori totalizzati nel tempo, c’è stata anche la biellese Anna Fileppo che, emozionata dalla visita alle esposizioni, ha coltivato il sogno di portare a Biella una parte delle immagini in mostra.

Ci è riuscita, con la collaborazione di diversi attori (dalle Fondazioni Sella e CRB, all’Uib, al Comune di Biella) e, affiancata da Alberto Prina, direttore del Festival di Lodi, ha realizzato un progetto che avrà il suo risvolto concreto nella mostra che sarà allestita dal 22 marzo al primo maggio in due sedi, Palazzo Ferrero al Piazzo e il Lanificio Maurizio Sella.

IL FESTIVAL DI LODI

La versione biellese del “travelling festival”, l’evento itinerante legato alla rassegna di Lodi che si propone di diffondere in luoghi anche distanti da quello di origine la fotografia etica, è stata intitolata “Il passato che saremo”. Sono quattro i reportage che Biella ospiterà nelle settimane primaverili: il primo è quello già ammirato da molti occhi, gli “Alpaqueros” di Alessandro Cinque. Questo fotografo italiano ha vissuto sulle Ande peruviane per gli anni necessari a realizzare il racconto della vita in alta quota. Il cambiamento climatico è un rischio sempre più preoccupante per la sopravvivenza degli alpaca e della comunità locale. L’etica applicata all’ambiente è il cuore anche di “Eustasy”, il lavoro firmato dal brasiliano Felipe Fittipaldi che ha raccontato la lotta tra il mare e i fiumi, con il loro arretramento, la salinizzazione e tutti gli effetti che questo comporta. Riguarda invece il futuro dei più giovani e la loro coscienza civica “Diventare cittadini” di Isabella Franceschini, un focus sul consiglio comunale dei ragazzi di Castel San Pietro Terme, con il racconto di quanto sia importante coinvolgere i giovanissimi nelle scelte amministrative.

Infine l’emozione dei ritratti realizzati da Vincent Trameau, fotografo francese autore del progetto “One Day, I Will”, apparso su National Geographic, CNN, PBS ed esposto in tutto il mondo da New York a Tokyo, Berlino, Ginevra e Washington DC. Racconta di migrazioni, crisi umanitaria e situazione femminile tra i rifugiati.

IMMAGINARE IL FUTURO

DELLE VILLE ABBANDONATE

Accanto alle immagini del Festival, saranno esposti i lavori realizzati dai circa 200 studenti delle scuole biellesi (dal Liceo Artistico a quattro scuole medie del territorio) e dagli ospiti della Casa per l’Autismo di Candelo e della Domus Laetitiae di Sagliano.

L’idea è stata fortemente supportata dall’assessore Gabriella Bessone: con Anna Fileppo ha accompagnato il fotografo Silvano Pupella in due luoghi abbandonati emblematici, villa Olga a Ronco e villa Trossi a Biella. Gli scatti stampati sono stati proposti agli studenti perché dessero voce alla loro creatività, immaginando il possibile futuro di quelle aree non più utilizzate. Il risultato è stato sorprendente, sia in termini di idee, sia di materiali utilizzati: il preside del Liceo Artistico, Gianluigi Spagnolo, Anna Fileppo e l’assessore Bessone sono certi che i visitatori di “Il passato che saremo” resteranno meravigliati quando, dal 22 marzo al 1 maggio, vedranno le opere in mostra accanto alle immagini del Festival.

«Obiettivo dell’iniziativa» ha spiegato Prina «è diffondere la consapevolezza di ciò che accade intorno a noi. La fotografia che intendiamo proporre comporta una fruizione lenta e attenta: non è intrattenimento, ma cultura che accende i riflettori su temi sensibili».

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