La misteriosa miniera delle auto
abbandonate

Matteo Grandi, biellese, ha raggiunto la zona al confine tra Francia e Svizzera per documentare questo luogo abbandonato

All’estremo nord della Svizzera, al confine con la Francia, celato nel cuore di una montagna tra i cunicoli di una miniera di ardesia, esiste un luogo misterioso che ha dell’incredibile, un controverso museo fantasma di automobili vintage.

La scoperta è il risultato dell’esplorazione urbex di Matteo Grandi, fotografo biellese, conosciuto nei canali social e YouTube come Teo Urbex, che, accompagnato da un amico, ha documentato questa sua esperienza in un vlog, un vero e proprio reportage analitico: «È stata una delle avventure più belle che io abbia mai intrapreso. Tutto è cominciato a giugno, quando hanno iniziato a circolare in rete delle immagini di queste auto abbandonate in una miniera di ardesia – racconta il giovane fotografo, classe ‘95 - Dopo qualche settimana di ricerche, grazie ad alcuni indizi, come la presenza di una centrale idroelettrica, sono riuscito a risalire alla posizione del luogo. Siamo, allora, partiti da Biella per andare a vedere di persona questo strano luogo; dopo aver camminato un po’ lungo un binario e poi nel bosco, siamo arrivati a uno degli ingressi della ex miniera di ardesia dell’ottocento». I tunnel delle miniera, formata da sedimenti di argilla e siltite milioni di anni fa, rivelano alla telecamera del fotografo decine e decine di automobili d’epoca, prevalentemente Polo, Golf e Maggiolini, dai flatscreen anni ‘60 ai New Beetle dei primi duemila, della Volkswagen: «Il posto era veramente esteso, infatti non siamo riusciti a girare tutta la miniera anche per paura di perderci» continua Grandi. «I motivi per cui le auto sono lì dentro non sono chiari: le ipotesi più accreditate sono furto, collezione privata, contrabbando, un sistema per non pagare la demolizione o una collezione privata».

Matteo Grandi condivide i suoi reportage, nati dalla sua inesauribile curiosità, sul suo canale, aperto circa 2 anni fa, ma che in breve tempo ha già guadagnato più di 12mila iscritti. Di recente ha pubblicato un altro video urbex, girato in compagnia di Don Lodovico di Salussola, alla scoperta di un antico eremo risalente al 1600, donato all’ordine dei camaldolesi, trasformato in ospedale, successivamente in RSA e poi abbandonato. Nel suo lavoro da fotografo, vocazione scoperta al termine degli studi in informatica, ha immortalato una miriade di momenti salienti, a eventi, matrimoni e cerimonie, ma anche lavorando per aziende, sempre cercando di raccontare storie e trasmettere emozioni attraverso immagini evocative. La sua passione si è poi estesa dalla macchina fotografica al volo con i droni, sia classici che FPV (First Person View), che gli ha permesso di ampliare ulteriormente la sua prospettiva, regalando scatti mozzafiato da angolazioni uniche. Nel 2020, insieme a un collega, ha fondato uno studio fotografico e oggi continua il suo percorso professionale con entusiasmo e dedizione, espandendo continuamente le sue competenze nel campo della fotografia, del video e del pilotaggio di droni con molti lavori all’attivo in Italia e all’estero.

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