“Vedere” una mostra con tutti i sensi: così l’arte entra nel cuore

L’esperienza multisensoriale proposta nell’ambito dell’esposizione di Emmanuela Zavattaro è stata curata da Nicola Caputo e Stefano Risicato: il racconto

Lo scorso 28 settembre lo Spazio Cultura ha accolto la mostra personale dell’artista biellese Emmanuela Zavattaro intitolata “(s)Confini”. Con il patrocinio della Provincia di Biella, l’esposizione accompagna per il mano il pubblico alla scoperta delle emozioni umane attraverso un approccio multisensoriale.

Per far ciò l’artista ha coinvolto alcuni ragazzi ipovedenti, guidati da Nicola Caputo, per la realizzazione delle tracce sonore. Pertanto l’esposizione regala al pubblico un approccio del tutto innovativo distante dalla consuetudine e vicino, invece, a un’esperienza sensoriale intensa e immersiva, da vivere con il cuore.

In un’intervista esclusiva, Caputo insieme a Stefano Risicato raccontano il loro contributo.

«Ho avuto il piacere di collaborare a quest’avventura come MusicArTerapeuta della globalità dei linguaggi» spiega Caputo. «Disciplina inventata da Stefania Guerra Lisa diversi anni fa, basata sul principio della sinestesia e sulle potenzialità delle persone. Tale approccio si lega perfettamente al progetto dell’artista, conosciuta in occasione della 50° mostra “Art-RiBel nella globalità dei linguaggi. Metodo Stefania Guerra Lisi” a Cittadellarte - Fondazione Pistoletto durante la primavera scorsa. Per l’esposizione ho guidato i giovani nella creazione di una traccia musicale utile per accompagnare il visitatore all’interno dell’esposizione attraverso la stimolazione dei sensi, in questo caso dell’udito».

Caputo spiega che il suo ruolo è stato quello di stimolare dei potenziali che già esistevano nei giovani. «Il mio lavoro è un po’ socratico: ho educato e messo in luce quanto già effettivamente presente in loro. Con Stefano c’erano altri ragazzi tra cui Nicole Orlando e Matteo Gaspari. A tal proposito il lavoro di gruppo è fondamentale e l’arte, disciplina trasversale, crea delle connessioni incredibili come la vicinanza e la collaborazione tra individui. Per quanto concerne il lavoro di completamento musicale questo è stato eseguito da Ricardo Martinez, membro dell’associazione “Tessiture sonore”.

Uno dei concetti a cui fa riferimento Nicola Caputo è quello della sinestesia: «Si tratta di un potenziale immenso che abbiamo tutti il quale traduce una sensazione in un’altra. È una parola che deriva dal greco syn, ’insieme’, e aisthánomai, ‘percepisco’. Abbiamo cercato per questa mostra di completare la parte sonora partendo dalle opere di Emmanuela, giocando poi sull’improvvisazione, su stimoli tattili e musicali».

Commenta poi Stefano Risicato: «Con Nicola ci siamo incontrati quando lavoravo sulla musica all’interno dei T.M.C. Studios. L’idea della mostra è nata qualche anno fa con Emmanuela. Durante un’occasione comunicai il desiderio di vedere una sua mostra e così ha realizzato l’esposizione multisensoriale. Quest’estate con Nicola abbiamo ideato le tracce musicali e per me è stata una gran bella esperienza. Tutte le melodie presenti sono state composte da me». E Conclude: «Abbiamo molte idee da realizzare. Noi ci mettiamo a disposizione per eventuali altre occasioni». L’opera d’arte - conclude Nicola Caputo - nello specifico quella contemporanea, «può essere compresa oppure interpreta in diversi modi. È trasversale e questa sua natura sicuramente crea stimoli artistici ed espressivi nuovi».

Info e orari: fino al 27 ottobre, Spazio Cultura (via Garibaldi 14); venerdì 15:00 - 18:00 - sabato e domenica 15:00-19.00; ingresso libero.

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