«Coworking» creativo nell’ex lanificio

Archeologia industriale . All’ultimo piano dello Spazio Pria si contaminano grafici, geologi, un’agenzia turistica, sarti e uffici stile. Ma l’immobile è abitato da altri professionisti che prima di tutto promuovono il Made in Biella

Scorre l’acqua e scorrono le idee lungo il Cervo. Risalendo la corrente dal Lanificio Cerruti, superando il Terzo Paradiso e il quartier generale di Cittadellarte, dai vasi di design a marchio Serralunga si arriva allo Spazio Pria. Nell’antico lanificio che fa da sentinella al ponte della Maddalena il fermento è continuo come l’acqua del torrente che non smette mai di correre poco più sotto. E all’ultimo piano, nell’ex reparto dedicato al controllo qualità dove la superficie delle finestre supera quella dei muri per regalare luce, oggi è operativo un team di professionisti che condivide saperi e si contamina.

«Il primo “coworking” si è realizzato nel 2000, quando con l’architetto Luisa Bocchietto decidemmo di condividere questa grande stanza di 300 metri quadrati. E’ uno spazio unico e molto luminoso (una volta le operaie dovevano intercettare i difetti delle pezze), grazie alla vetrate generose piazzate sui tre lati del locale» spiega Stefano Maffeo.

Fra scaffali e scrivanie, spiccano le pietre del geologo Brunello Maffeo, i giochi in scatola e i pieghevoli dedicati a gite ed escursioni turistiche proposti dall’agenzia “Equipe Arc-en-Ciel” che lavora sul Biellese, in Valle d’Aosta e in tutta Italia. «Entrammo qui quando era ancora in funzione un’attività tessile e l’ultimo piano era occupato dall’architetto Marco Volpe. A noi Maffeo si è aggiunto Andrea Dalla Fontana, grafico, illustratore e autore di diverse pubblicazioni. Ora Luisa si è spostata e noi abbiamo aperto a nuovi colleghi».

La rivoluzione è avvenuta in questi mesi. Paolo Veronese, da sempre nel tessile, ha occupato una scrivania, e insieme a lui è arrivato Marcello Turotti che ha trasferito la sua sartoria su misura “Terra di lane” nello stesso ambiente.

«Ho trascorso 23 anni come responsabile prodotto e commerciale alla Manifattura Baroli. Nel 2012. ho deciso di mettermi in proprio grazie alla bella esperienza che avevo maturato. Così è nata Wx come studio di consulenza tecnica che di recente ho ampliato con Wx Biella Italian Design, una linea mia di stile, immagine e prodotto focalizzata sui tessuti jacquard. Lavoriamo in stretta collaborazione con le aziende biellesi, produciamo e vendiamo nel Far East: Cina Corea Giappone».

Turotti, si concentra invece sul “su misura” confezionando abiti e camicie per clienti esclusivi che ritengono che il lusso più grande sia poter risparmiare il proprio tempo, anche nella scelta del guardaroba. E’ un “sarto con la valigia” e ovunque vivano i suoi clienti propone una scelta selettiva dei migliori tessuti biellesi. L’esperienza l’ha maturata, in gioventù, a Londra con il Gruppo Zegna, e ora anche lui ha messo a frutto le sue competenze per proseguire il proprio percorso.

Ma non solo. L’antico lanificio ospita al piano terreno lo studio dell’artista Daniele Basso, autore di tante opere specchianti distribuite non solo sul territorio ma in tutta Italia e all’estero. Sopra di lui lo stilista designer Ettore Veronese colleziona opere d’arte e segue clienti internazionali. Sempre in ambito tessile c’è la showroom di Artknit, la maglieria sostenibile di Alessandro Lovisetto che si batte da sempre contro il fastfashion proponendo capi durevoli e di qualità. Un piano è occupato dalla galleria d’arte Zaion di Zaira Beretta e dallo studio di comunicazione More che segue l’immagine delle aziende biellesi. E di recente è arrivata anche la Wolbridge gallery di Patrick Saletta.

L’archeologia industriale ha aperto le porte a un polo si professionisti che hanno fatto della creatività il loro mantra, un esempio di contaminazione che si rigenera in nome del Made in Biella prima di tutto.

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