Donne sull’orlo di un consiglio
di amministrazione

Carriere. È ormai dimostrato che la componente femminile è importante e può aumentare il successo di un’impresa. Le esperienze delle manager biellesi

Il punto di vista femminile e il ragionamento che viene dall’intelligenza emotiva anziché da numeri e statistiche, quanto contano in azienda? In Italia nel 2023, nei consigli di amministrazione 4 poltrone su 10 sono state occupate da una donna, percentuale in netta crescita nell’ultimo decennio. Ed è ormai dimostrato che mettere le donne al centro delle economie può portare a risultati di sviluppo migliori e più sostenibili per tutti, a una ripresa più rapida e alla costruzione di una società più equa, inclusiva e stabile.

«Il punto di vista femminile spesso è calibrato anche sulla cura, sull’ambiente e sulle persone» commenta Lucia Bianchi Maiocchi, che dopo la laurea in Economia e alcune esperienze lavorative, è entrata alla Vitale Barberis Canonico dove dal 2016 ricopre il ruolo di Sustainability Manager all’interno del Cda. «Le donne per chiari motivi di attitudine possono aiutare a sviluppare percorsi importanti nelle strategie di un cda perché questi aspetti portano un accrescimento della visione a lungo periodo. Il cda conferisce l’autorità a ogni componente di esprimere un’opinione che annulla la disparità di genere. Purtroppo i profili femminili in carriera sono ancora pochi. E questo perché si deve affrontare anche un tema culturale e, molto spesso, carichi di gestione famigliare. Ma sono convinta che non si debba rinunciare né alle proprie aspirazioni professionali né al privilegio di poter seguire la crescita dei figli e il benessere della famiglia. Le donne per questo vanno agevolate con orari flessibili e compensi economici congrui. La rete sociale dei nonni non esiste quasi più quindi occorre dare loro, se e quando necessario, la possibilità di delegare a persone di fiducia. Realizzarsi sul lavoro vale quanto realizzarsi in famiglia, apre a visioni ampie e aggiornate che anche nella cura dei figli, per esempio, possono essere preziose».

Costruire economie più resilienti e basate sulla parità di genere, investire nei luoghi di lavoro creando sistemi di assistenza equi e inclusivi, promuovendo l’ascesa delle donne a posizioni di leadership, è dunque fondamentale per recuperare il terreno perduto nel mercato del lavoro.

Irma Garbella, ad di Mondoffice, azienda leader in Italia nella fornitura per gli ambienti di lavoro, sostiene la tesi con la sua esperienza. «Ho iniziato il mio percorso in Mondoffice nel 1996 e ne sono amministratore delegato da 11 anni. Mondoffice è un esempio di azienda con leadership femminile, dove il 65 per cento è composto da donne, ma dove lo è anche il 50 percento dei manager e il 40 dei dirigenti. Questo è il risultato di una visione ben chiara: è innanzi tutto la cultura del merito, che valorizzando le competenze e premiando le eccellenze promuove il mondo femminile,  è un cambiamento culturale indispensabile per guidare un’impresa su basi contemporanee, innovative ed etiche. Empatia, flessibilità, capacità di adattamento, anche se non sono questione di genere, sono  spesso associate all’universo femminile e  sono chiavi del successo. Queste qualità, insieme alla resilienza e all’equilibrio tra vita professionale e personale, hanno definito il mio stile di leadership, che valorizza la diversità e il lavoro di squadra».

Il Boston Consulting Group (società americana di consulenza aziendale) conferma che la diversità è anche un “affare”: le aziende con almeno 3 dirigenti donne hanno un aumento medio del ritorno del capitale superiore di 11 punti in 5 anni sulle aziende senza dirigenti donne. E le aziende con almeno il 30 percento dei dirigenti donne hanno un aumento del 15 percento della redditività.

«In azienda siamo in 6, tre donne e tre uomini» conclude Stefania Massera, ex vicepresidente Uib della sezione Food & Beverage, e oggi sindaco di Sala. «Quando sono entrata nella pasticceria di famiglia ho scommesso sui negozi. Abbiamo aperto due punti vendita, uno in azienda e poi a Biella. Con mia sorella ci occupiamo della parte commerciale cui abbiamo dato impulso. Non ci sono mai state differenze fra noi e i miei fratelli, o fra papà e mamma. Il nonno già a suo tempo andava sostenendo che la figura femminile in azienda ha un ruolo importante e tutti noi siamo cresciuti con questa convinzione».

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