Il distretto biellese visto
come una grande impresa

Territorio. Ecco la “fotografia” del manager che potrebbe portare il rilancio

Di fatto si potrebbe considerare il Biellese come un’azienda con suoi fattori produttivi e beni.

Nel caso del distretto tessile i beni tangibili sono le montagne, la pianura, l’acqua che serve le fabbriche, le risaie, i vigneti.

Tutto questo si affianca a beni immateriali quali una forza lavoro eccellente e un know how unici in certi settori e imprese specifiche (analoghe alle divisioni di un’azienda) con marchi eccellenti, permettono di produrre servizi e prodotti di alta qualità esportati in tutto il mondo.

«Anche qui un’attenta governance e gestione che permetta di pianificare investimenti e strategie di crescita volte a far conoscere meglio il territorio e renderlo usufruibile, raggiungibile e ospitale, permetterebbe la creazione di valore diffuso» commenta Enrico Rovere, manager di Kroll (fornitore leader indipendente di soluzioni di consulenza finanziaria e di gestione del rischio), milanese di adozione ma biellese di nascita.

«Ovvio che tutto questo deve confrontarsi con i disegni politici e i mezzi finanziari disponibili, ma perché non provare? Fare sistema, unirsi per un obiettivo comune, aprire a nuove visioni, reinventarsi per esempio attraverso una società di scopo partecipata dai cittadini o emettere obbligazioni locali (analoghi ai municipal bonds negli Usa) sottoscritte dagli stessi biellesi che vogliono bene al proprio territorio, potrebbero essere spunti costruttivi.

Abbiamo istituzioni finanziarie locali di primaria importanza e ancora un importante ricchezza locale, perché non provare con i “Mucrone bonds” per portare di nuovo tutti al lago».

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