«La notte della moda». Il tessile cerca sponda nelle nuove generazioni

Vitale Barberis Canonico porta all’Itis Q. Sella la startup Eccellenza Italiana: salgono in cattedra due giovani imprenditori che valgono 300mila followers

Vitale Barberis Canonico porta a Biella i fondatori di Eccellenza Italiana, community che vuole promuovere l’Italia nel digitale attraverso una comunicazione semplice e innovativa. La conferenza intitolata «Lo sviluppo del Talento: dall’eccellenza personale a quella italiana», in calendario venerdì 4 ottobre alle 17 nell’aula magna dell’Itis Q.Sella a Città Studi, racconterà la case history dei due giovani imprenditori milanesi, Lorenzo D’Onofrio e Giovanni Brocca, che con la loro start up presentano il miglior Made in Italy e il saper fare artigiano attraverso i loro canali social (sono seguiti da oltre 300 mila follower), e attraverso l’organizzazione di eventi nazionali di orientamento dedicati agli studenti di scuole superiori e università.

Il lanificio aveva già incontrato D’Onofrio e Brocca al Festival del Made in Italy - evento rivolto a una platea di oltre 2.500 studenti - e ha così pensato di invitare i due imprenditori a Biella con l’intendo di risvegliare l’attenzione delle nuove generazioni sul distretto della lana, per avvicinare gli studenti al settore e comunicare i mestieri artigianali che, soprattutto nel tessile, attendono nuove leve per dare un futuro a una filiera che è sinonimo di orgoglio, seppur poco esternato del territorio.

Al mattino, sarà invece l’Itis Q. Sella a ospitare “in classe” D’Onofrio e Brocca con un workshop per i ragazzi, legato alla terza edizione della Notte della Moda. «Si tratta di un’iniziativa promossa dalla Rete Tam nazionale e da Sistema Moda Italia di cui fanno parte le scuole a indirizzo tessile professionali e gli istituti tecnici» spiega Roberta Zanone Poma che coordina l’evento in aula magna con la collaborazione di VBC. «E’ un modo per promuovere l’arte del fare, per orientare e, nel nostro caso, per dare una visione più ampia delle potenzialità del Biellese e dell’importanza di questi percorsi».

Il problema del ricambio generazionale nelle aziende si sta infatti facendo sempre più pressante e diventa strategica la collaborazione, già in essere in alcuni casi, proprio con le imprese locali.

«L’importanza della “Notte della Moda” è primariamente quella di comunicare, farci conoscere, far sapere che Biella e il suo tessile sono vivi, in salute e guardano al futuro, attraverso le realtà che la rappresentano» spiega Stefano D’Agostin responsabile delle Risorse umane alla VBC. «Testimonial principali sono però le ragazze e ragazzi che studiano e si formano respirando la nostra “aria” unica, fatta di competenze, fibre e tecnologia. Orientare è un dovere di tutte noi aziende: dobbiamo sviluppare un percorso di conoscenza reciproca con le nuove generazioni, suggerendo loro le potenzialità e la concretezza di sviluppi professionali a “km zero” che nulla hanno da invidiare ad altre esperienze lavorative e di vita ma che spesso portano i ragazzi lontano da noi e dalla nostra necessità di appoggiarci a loro per guardare avanti».

All’Itis, fino agli Anni 90 l’indirizzo tessile aveva grande riscontro e diplomava le figure strategiche per il manifatturiero biellese. Una scuola che attirava giovani perfino dall’estero grazie alla sua eccellenza. Un filo, una fibra, un tessuto e un processo di nobilitazione sono elementi vaghi se non del tutto sconosciuti per i giovani d’oggi, aspetti di una visione distorta e negativa di un settore che invece viene riconosciuto in tutto il mondo come espressione di altissima qualità. Ma perché?

«Oggi i ragazzi, perfino quelli di Biella, conoscono davvero poco dei processi tessili a meno che non abbiano parenti che già vi lavorano» conclude Zanone Poma. «Qualcuno si iscrive perché è convinto della scelta mentre la maggior parte scopre la poliedricità della filiera e le diverse e numerose figure professionali che la animano solo a scuola. I giovani hanno un’idea di fabbrica in cui il disegnatore e il caporeparto sono le poche figure di riferimento; non sanno che anche un operaio oggi deve essere un tecnico specializzato. E che gli sbocchi lavorativi sono tantissimi. L’immagine che hanno è quella di un mondo vecchio ma quando scoprono che invece è avanguardistico, altamente tecnologico e sfidante poi si appassionano».

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