Lavori in corso sul “Passaggio generazionale”

Città Studi ha avviato un progetto di studio e condivisione con le aziende del territorio sugli strumenti innovativi di governance e di capitalismo familiare

Rimandano al 1671 le Tenute Sella, ma i primi segni dell’attività imprenditoriale della famiglia risalgono alla seconda metà del ’500 quando Bartolomeo Sella e suo figlio si dedicarono al tessile, facendo produrre tessuti dagli artigiani finanziandoli. La storia imprenditoriale di quello che oggi è diventato il Gruppo Sella è una testimonianza eloquente della forza delle imprese familiari che in Italia, e nel Biellese, dimostrano la capacità di sfruttare a loro favore il patrimonio valoriale ed emotivo per resistere nel tempo, per reinventarsi e innovare senza perdere mai la loro identità.

Sul territorio si può citare Vitale Barberis Canonico che data la sua origine al 1663; Piacenza nata nel 1733; più avanti nell’Ottocento la Graziano Severino (1841), Menabrea (1846), il maglificio Maggia (1853) che nell’arco di due secoli e oltre hanno passato il testimone di padre in figlio mantenendo alto il business di famiglia, passando attraverso rivoluzioni industriali, guerre mondiali, profondi cambiamenti sociopolitici e crisi economiche che hanno mutato il mondo.

In Italia l’85% delle imprese (il 50% di quelle con fatturato superiore ai 50 milioni) è a controllo familiare. Di questo argomento si è parlato ieri nell’auditorium di Città Studi dove con il primo evento aperto al pubblico ha preso il via il Progetto di Public Engagement «CuBiTo - ComUnità BIellese e università di TOrino: dal trasferimento di conoscenza alla mutualità sistemica» promosso dall’ateneo piemontese nel campus di corso Pella con la collaborazione di Unione Industriale e il sostegno di Fondazione Crb.

Alessandro Bonadonna, docente del Dipartimento di Management e responsabile del progetto, ha sottolineato l’importanza di rafforzare la relazione tra comunità biellese e mondo accademico: «CuBiTo mira a creare legami più stretti attraverso la condivisione delle conoscenze. Ieri, con il supporto essenziale di Città Studi nel ruolo di mediatore culturale e didattico, si è svolto il primo evento dedicato al Family Business, tema importante per la comunità biellese».

Per l’occasione sono intervenuti i docenti di UniTo Chiara Giachino e Augusto Bargoni in un seminario dal titolo: «Aziende familiari: strumenti per la crescita». Obiettivo dell’appuntamento era la presentazione del progetto «Family Business Growth Compass», un approfondimento sugli strumenti innovativi di governance e capitalismo familiare con il supporto delle aziende biellesi attraverso un approccio scientifico.

«La capacità di evolversi trasforma le aziende familiari in una sorta di leggende; non si è eredi e portatori solo di un nome, ma di una visione che supera le generazioni» commentano i docenti. «Lo shadow board è uno degli strumenti che può aiutare le aziende familiari ad aprirsi verso nuove prospettive colmando il divario, anche generazionale, con il mercato. La collaborazione tra consiglio direttivo e figure non esecutive che condividono con i dirigenti iniziative e azioni, aiuta l’evoluzione e favorisce la creazione di nuove strategie».

Da numerosi studi è emerso infatti che le organizzazioni a carattere familiare reagiscono più prontamente alle crisi essendo in grado di sfruttare i periodi di cambiamento per evolversi, innovare e quindi migliorare la propria performance fatto salvo che i passaggi vengano pianificati in anticipo, che sia lasciato spazio agli «eredi», e che conflitti, figli talvolta non idonei o che iniziano la carriera con ruoli apicali pur non avendo una formazione adeguata, non vadano a turbare il corso degli eventi. La situazione cambia radicalmente quando invece c’è una formazione in linea con il nuovo ruolo, esperienze precedenti in altre imprese o in tutte le divisioni aziendali per conoscere a fondo la realtà familiare: così potranno migliorare le performance aziendali.

«A essere tramandate non sono “solo” le aziende, ma anche l’attitudine all’imprenditorialità» commenta Stefano Sanna, presidente del Gruppo Giovani imprenditori Uib. «Quello biellese è un territorio dove il passaggio generazionale é in corso. Oltre alle singole famiglie che guidano le imprese (alcune anche storiche), a livello associativo è diffusa la consapevolezza che le sfide imposte dall’attuale contesto possano essere colte solo se lavoriamo insieme e ci dotiamo di nuovi strumenti».

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