Le DangeRouge, le scarpe
che stanno ai piedi delle star

Da Nina Zilli a Laura Pausini. La cantante a New York indossava gli anfibi biellesi

Paola Guabello

La catena, l’elemento iconografico che non ha tempo e che continua a piacere, resta il punto di arrivo - e di partenza - per ogni scarpa o stivale firmato Le DangeRouge. Francesca Zambito (in arte Rouge) ne è convinta e lo propone nelle sue calzature gioiello, dal sapore rock e dallo spirito libero, che piacciono a chi fa parte del mondo dello spettacolo. Laura Pausini è la sua ultima «conquista». La cantante icona della musica italiana, la cui stylist è Monica Serani, a NewYork si è lasciata catturare dall’obiettivo dei fotografi con un paio di Le DangeRouge ai piedi, poco prima di esibirsi alla finale della Fifa Club World Cup insieme a Robbie Williams. «Indossava uno dei nostri anfibi più iconici» commenta Rouge.

E nella sua ultima esibizione a Biella, Nina Zilli indossava un sandalo modello «Carla» color argento firmato dall’imprenditrice biellese. «E’ stata una delle prime star che si sono rivolte a me» spiega. «Ormai è da 14 anni che indossa le mie scarpe. Nel tempo la nostra è diventata una collaborazione ma anche un’amicizia».

Non è così facile arrivare «ai piedi» delle cantanti famose o delle celebrities ma Rouge annovera fra chi indossa i suoi modelli, le top model Irina Shayk, Gigi Hadid e Vittoria Ceretti, come pure la deejay Nina Kraviz che è stata fra le prime a lanciare il suo brand. «Sono le stylist che decidono il look. Mi sono trovata in “competizione” con marchi affermati a livello internazionale ma evidentemente, e per fortuna, c’è qualcosa nelle mie scarpe che convince. Sono tutte made in Italy, sono comode e sono customizzate».

La filiera artigianale che sta dietro all’azienda dell’imprenditrice non è scontata e prevede una cura del prodotto quasi maniacale.

«Ci sono 57 passaggi prima di arrivare alla calzatura finita. Io disegno la scarpa poi interviene il modellista che la interpreta, quindi la prototipia e il calzaturificio che assembla tutto fino al prodotto finito.Lungo la catena di produzione c’è un controllo continuo, tutto viene fatto a mano soprattutto nel momento in cui, in atelier, vengono aggiunti i particolari che distinguono una scarpa dall’altra, nel mio caso le catene, a seconda delle richieste del cliente. Il prezzo, insomma, ha un valore».

Anche la scelta delle indossatrici per ogni nuova stagione è fondamentale. «Per lo shooting della collezione autunno inverno quest’anno abbiamo scommesso su una ragazza piemontese, Giorgia Esposito, giovanissima e bellissima. Abbiamo collaborazioni con lo Iaad, per confrontarci con i nuovi talenti della moda e per avviare partnership. Per esempio, dopo un mio workshop in cui ho raccontato la storia di Le DangeRouge, una studentessa si è innamorata di noi ed è venuta a fare il tirocinio per la sua tesi nel nostro atelier. Se dietro a questo lavoro non ci fossero la passione, tanta tenacia e costanza, a certi risultati non si arriverebbe. Purtroppo si lavora in un clima mondiale che scoraggia, ci si deve confrontare con difficoltà oggettive che in questo momento, particolarmente complicato, non aiutano un giovane a investire. La mia fortuna è stata quella di aver puntato molto sull’e-commerce. Avevo speso energie anche per la distribuzione nei negozi. Poi il covid mi ha dato ragione e adesso, anche se continuo a sognare un mio concept store in cui collegare le mie calzature a un’esperienza più ampia, dove musica e moda si incontrano. Con i negozi sempre più in sofferenza sono contenta di aver investito sull’online ma, nonostante tutto. credo nel contatto diretto con il cliente, in particolare per un prodotto come la calzatura che va scelta, provata e ragionata prima dell’acquisto».

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