Sicurezza contro gli attacchi informatici. «Non esiste la cura ma solo la prevenzione»

Gianluca Giovanardi: «La crescita degli hackeraggi in azienda è esponenziale»

La progressiva transizione digitale dei servizi fondamentali per le società e l’economia rende la sicurezza informatica un’esigenza strategica. Sottovalutare la cyber security spegne le imprese è il claim dell’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale. «Con il pensiero e con gli occhi si fanno cose incredibili ma in un attimo, con un clic, qualcuno potrebbe portarle via. Più del 60 percento delle aziende ha avuto attacchi informatici, e solo il 10 percento aveva sistemi per evitarlo» sostiene Marco Camisani Calzolari.

I dati in crescita dunque dimostrano che il tempo della sottovalutazione dei problemi, del rimandare l’adozione di contromisure efficaci (evitando di investire quanto e quando necessario) è terminato. Mail e password sono sotto osservazione costante e l’hackeraggio o il furto di dati sono ormai «giochi da ragazzi».

Spiega il manager Gianluca Giovanardi. «Dall’esperienza di Inoma, società che da oltre 10 anni si occupa di tutte le possibili soluzioni di gestione, sviluppo e progettazione informatica, è nata l’idea lo scorso anno di rendere operativa una divisione dedicata alla cyber security cresciuta sull’esperienza maturata attraverso lo sviluppo di software e di integrazione di sistemi con grandi aziende nel campo energetico, finanziario e bancario».

Le nuove modalità di aggressione sono sempre più sofisticate e in grado di fare rete con la criminalità organizzata. La crescita degli attacchi gravi è esponenziale e come dicono i tecnici “Basta una porta aperta e non protetta, per invitare l’hacker a colpire.

«In questi anni ci siamo scontrati con diverse situazioni critiche in tema di sicurezza informatica. Nelle aziende, soprattutto quelle medio-piccole come le nostre biellesi, ci sono spazi purtroppo “vuoti” dove è necessario arrivare con soluzioni e know how innovativi».

L’evoluzione tecnologica è inarrestabile e la si deve conoscere per poter gestire anche «i nemici», a partire dalla più comune mail quasi sempre sana, ma dietro la quale si può nascondere un criptoplocker che blocca tutti i dati che, se non sono stati salvati, vanno irreparabilmente persi. E più collegamenti ha un’azienda, più il rischio aumenta. «Non esiste la cura, ma solo la prevenzione» prosegue Giovanardi. Poi c’è il phishing, che induce a inserire dati su una falsa pagina oppure capita che il cybercriminale, spacciandosi per un tecnico al telefono, estorca dati sensibili. «Diciamo che l’errore umano è fra il 60-70 per cento delle cause. Quindi la formazione e la cultura nell’ambito della sicurezza informatica sono fondamentali quando si utilizzano strumenti aziendali e non solo».

La sfida sembra ora quella di trovare figure professionali che rispondano ai bisogni di un settore in continua evoluzione, come è per definizione quello tecnologico. La domanda di competenze in materia di cybersicurezza è destinata a rimanere alta, e ad aumentare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA